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San Biagio Platani, dopo 31 anni si fa luce sul duplice omicidio di padre e figlio: tre indagati

I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Cammarata, a conclusione di una complessa e articolata attività d’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Agrigento Salvatore Vella e dal sostituto procuratore Gloria Andreoli, hanno proceduto alla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di un uomo e due donne indagati per il duplice omicidio commesso in San Biagio Platani, il 14 ottobre 1992, di Salvatore e Gaetano La Placa, rispettivamente padre e figlio.

Si tratta di Luigi Costanza di 77 anni, residente a Comitini; Carmela La Placa, 56 anni, residente a Santo Stefano di Quisquina e Rosalba La Placa, 67 anni, residente a San Biagio Platani. Gli indagati, in concorso in omicidio, hanno già nominato gli avvocati Antonino Gaziano, Mongiovì Gaziano, Gaetano Timineri, Valentina Buongiorno e Sergio Spallino. Ipotizzate anche le aggravanti della premeditazione e, per Carmela e Rosalba La Placa, dell’aver agito contro due ascendenti (padre e nonno paterno), nonché quella d’aver approfittato di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare, per le vittime, la difesa. Carmela e Rosalba La Placa, figlie di Gaetano La Placa, per la Procura di Agrigento sarebbero state le mandanti del duplice omicidio di Salvatore e Gaetano La Placa. Luigi Costanza è indagato invece come esecutore materiale. Contestualmente, sono state eseguite diverse perquisizioni domiciliari di abitazioni private, automezzi e immobili di pertinenza degli indagati, in tre diversi Comuni della Provincia di Agrigento: San Biagio Platani, Santo Stefano Quisquina e Comitini. Le indagini, riaperte a distanza di oltre trent’anni dal duplice omicidio, hanno permesso di acquisire, allo stato, gravi indizi di colpevolezza a carico dei tre indagati e di Rosalia Guadagnano, classe 1942 (deceduta, già moglie di Gaetano La Placa). In particolare, è emerso che l’omicidio di Gaetano La Placa era stato ideato ed organizzato in ambito familiare, nel mese di settembre del 1992, dalla moglie Rosalia Guadagnano e dalle due figlie Carmela e Rosalba, a causa dei maltrattamenti e delle violenze che il capofamiglia avrebbe compiuto nei confronti della moglie, oltre che per l’atteggiamento scontroso che lo stesso aveva nei confronti del fidanzato della figlia Carmela. Le tre donne, non sopportando più le condotte dell’uomo, piuttosto che denunciarlo, decidevano di commissionarne l’omicidio a Luigi Costanza, all’epoca venditore ambulante di abbigliamento e amico di caccia della vittima. Costanza, anch’egli cacciatore, conosceva bene i luoghi dove Gaetano La Placa era solito recarsi a caccia, tanto che nelle prime ore della mattina del 14 ottobre 1992, avvisato dalle sue complici, si appostava in una strada di campagna (battuta soltanto da contadini e cacciatori), di San Biagio Platani, in contrada “Mandralia”, usata dalle due vittime come terreno di caccia. All’arrivo dell’autovettura, con alla guida Gaetano La Placa, lo fermava amichevolmente e, immediatamente dopo, lo uccideva con diversi colpi di fucile da caccia caricato a pallettoni, esplosi a distanza ravvicinata. Inoltre, Costanza, accortosi della presenza all’interno della autovettura anche del padre Salvatore La Placa, seduto nel posto lato passeggero, non si faceva scrupoli nello sparare a bruciapelo anche a quest’ultimo, uccidendolo sul colpo.

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