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Frode, maxi inchiesta “Alto livello”: 5 canicattinesi tra i 33 indagati

Operazione “Alto livello”, la Guardia di finanza di Catania ha scoperto un vero e proprio articolato sistema di frode, “alimentato” dalla creazione di ben 14 reti di impresa, di cui avrebbero fatto parte 37 società con funzione di “distaccanti”, operanti in quasi tutte le regioni italiane.

Ci sono anche cinque canicattinesi tra i 33 indagati nella maxi inchiesta. L’operazione, eseguita questa mattina dalla Guardia di Finanza, ha portato all’arresto di 12 persone (5 in carcere e 7 ai domiciliari) e all’esecuzione di 4 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Al vertice del sodalizio criminale – secondo gli inquirenti – ci sarebbe Carmelo Salvatore Di Salvo, 52 anni, di Canicattì. Sarebbe stato lui l’ideatore e promotore della maxi frode che avrebbe fatto leva abusando dei vantaggi normativi in tema di “distacco di personale” previsti per i contratti di “rete tra imprese”. Di Salvo è finito in carcere. Il gip Annamaria Cristaldi ha disposto anche il sequestro delle quote di 37 società, di disponibilità finanziarie, di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati per un valore complessivo di circa 29 milioni di euro. Gli indagati nell’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Fabio Regolo, sono: Carmelo Salvatore Di Salvo, 52 anni di Canicattì; Mariuccia Copia, 35 anni di Nicosia; Gaetano Vacirca, 66 anni di Lentini; Andrea Vacirca, 47 anni di Canicattì; Giuseppe Ferrara, 71 anni di Portici; Laura Alessio, 38 anni di Avezzano; Fabrizio Sarra, 60 anni di Roma; Marco Faro, 43 anni di Catania; Ingrid Fichera, 36 anni di Catania; Emanuela Valentino, 43 anni di Catania; Rossella Spina, 36 anni di Catania; Riccardo Claudio Staicu, 27 anni della Romania; Antonio Angelo Santagati, 60 anni di Milano; Roberta Sarta, 36 anni di Ragusa; Giorgio Sarta, 72 anni di Modica; Manuela Sarta, 45 anni di Ragusa; Michele Spadaro, 38 anni di Ragusa; Pietro Di Salvo, 75 anni di Canicattì; Martina Arena, 39 anni di Catania; Francesco Arena, 63 anni di Catania; Valerio Sigari, 43 anni di Modica; Concetta Grasso, 65 anni di Acireale; Guglielmo Chianta, 49 anni di Canicattì; Salvatore Sabia, 54 anni di Manheim; Fabio Cacciatore, 36 anni nato in Germania; Stefania Antonietta Belloccia, 32 anni di Augusta; Siria Belloccia, 26 anni di Augusta; Joziph Ebid, 32 anni nato in Egitto; Laila El Hamich, 42 anni nata in Marocco; Giovanna Puglisi, 51 anni di Catania; Angela Giordano, 48 anni di Canicattì. 

Un sistema intricato per risparmiare milioni di euro di tasse, e la regia sarebbe stata a Catania. Avrebbero creato dei serbatoi di manodopera funzionali alle esigenze gestionali del sistema: l’obiettivo sarebbe stato esclusivamente consentire il ‘distacco dei lavoratori’, la pratica per cui un datore di lavoro – per soddisfare un proprio interesse – mette temporaneamente una o più persone lavoratrici a disposizione di un altro soggetto per eseguire una determinata attività lavorativa.

Secondo le indagini, in questo caso il distacco sarebbe stato fatto a scopo di lucro nei confronti di 439 società, con persone dipendenti – formalmente licenziate e che venivano assunte da quelle a capo della rete – che avrebbero però continuato a svolgere le proprie mansioni col proprio datore di lavoro, permettendo così ingenti risparmi fiscali. Secondo la guardia di finanza, il sistema di frode avrebbe previsto la creazione di 14 reti di impresa, di cui avrebbero fatto parte 37 società con funzione di distaccanti, operanti in quasi tutte le regioni italiane

Dalle indagini dei militari sarebbe emersa anche una grande movimentazione di denaro contante, che rappresenterebbe il profitto dei reati contestati. Il denaro sarebbe stato utilizzato per assicurarsi un tenore di vita molto elevato e per l’acquisto di beni di lusso o di beni rifugio – come orologi Rolexmonete e lingotti d’oro – per circa 270mila euro.

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