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Favara, omicidio Simone: indagato fa scena muta davanti al gip

Alla base dell’omicidio, consumatosi lo scorso 7 dicembre, ci sarebbe la gestione ed uso di una stradella e di un cancello che consentono l’ingresso alle rispettive abitazioni di campagna.Il cinquantottenne Stefano Nobile di Favara, arrestato con l’accusa di avere ucciso il vicino di casa, il commerciante di auto favarese, Francesco Simone, di 69 anni, ha fatto scena muta, davanti al gip del tribunale di Agrigento Micaela Raimondo. L’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere. La difesa adesso, chiederà al tribunale del Riesame di Palermo di annullare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. La svolta dell’inchiesta è arrivata a conclusione dell’attività investigativa dei carabinieri del Comando provinciale di Agrigento che negli scorsi giorni hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere del 58enne, perché ritenuto gravemente indiziato di omicidio premeditato, detenzione illegale di armi e ricettazione di una pistola a canna corta. Le indagini, coordinate dal procuratore Giovanni Di Leo e dal sostituto Maria Barbara Grazia Cifalinò ed eseguite sul campo dai militari del Nucleo Investigativo, si sono concentrate fin da subito a dinamiche originate da banali e futili motivi, che avrebbero scatenato la furia omicida dell’assassino. Quella mattina Simone era stato colto di sorpresa mentre stava lavorando nella propria abitazione rurale in contrada “Poggio Muto” ad alcuni chilometri dall’abitato favarese.

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