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Perforano trachea durante intubazione: Donna di Favara morta in ospedale, Asp condannata

Il Tribunale di Agrigento dopo 4 anni di contenzioso, ha condannato l’ASP di Agrigento al pagamento del risarcimento danni a seguito della denuncia presentata dai figli di una signora di Favara, morta a seguito di una procedura di intubazione all’ Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. I figli della paziente, assistiti dall’Avv. Domenico Schembri avevano sporto denuncia nel marzo del 2020 perché ritenevano che a causa del non corretto posizionamento del tubo tracheale inserito, i sanitari avessero cagionato una perforazione alla trachea della loro madre, determinando un enfisema sottocutaneo diffuso e uno pneumotorace bilaterale e innescando, a cascata, un meccanismo di compromissione cardiaca e renale nonché un peggioramento dei parametri vitali fino al sopraggiunto decesso in data 17.3.2019. Per questo motivo i figli della signora deceduta, hanno chiesto di accertare e dichiarare la responsabilità del personale dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento e per essi dell’ASP di Agrigento, per il decesso della madre. Il Tribunale ha nominato due CTU i quali, all’esito delle operazioni peritali, hanno accertato “un errore nell’agire dei sanitari del nosocomio convenuto nell’effettuazione della manovra d’urgenza di intubazione oro-tracheale arrivando ad affermare che l’evento morte della signora era ascrivibile in toto, sotto il profilo causale, alla condotta medica di intubazione determinante la perforazione alla trachea”.

Il Tribunale di Agrigento, dunque, sulla scorta delle risultanze della CTU, ha accolto gran parte delle doglianze avanzate dagli eredi della paziente rappresentati dall’Avv. Domenico Schembri ed ha condannato l’ASP di Agrigento al pagamento del risarcimento del danno nella sua veste di danno parentale .

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