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Operazione anti-corruzione: Comandante della polizia locale di Agrigento arrestato

All’alba di oggi, 11 aprile, la Compagnia di Agrigento ha fornito supporto alla Compagnia di Partinico nell’esecuzione di un’ordinanza cautelare in carcere ai danni di Gaetano Maria Di Giovanni, comandante della polizia locale e capo di Gabinetto del Comune di Agrigento. Di Giovanni è stato arrestato per il reato di corruzione.
Avrebbero corrotto con gioielli, denaro, olio, panettoni e offerte di assunzioni una serie di funzionari pubblici di diversi Comuni siciliani per vincere gare, ottenere rimborsi, accelerare pratiche.

L’ennesimo giro di tangenti scoperto dai Carabinieri di Palermo ha al centro il responsabile e alcuni dipendenti di una cooperativa sociale di Partinico che gestisce servizi per anziani, disabili e minori e una serie di pubblici ufficiali “infedeli”.

L’indagine, coordinata dalla Procura di Palermo, guidata da Maurizio de Lucia, ha portato a 3 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 6 misure di arresti domiciliari e 3 sospensioni.

Le manette sono scattate per Giuseppe Gaglio, legale rappresentante e presidente del cda della cooperativa Nido d’Argento, Massimiliano Terzo, dipendente della coop e Gaetano Di Giovanni dirigente del distretto socio sanitario di Agrigento e capo dei vigili urbano della Città dei Templi. I domiciliari sono stati disposti per Giuseppe Chiaramonte e Francesco Chiavello, dipendente ed ex dipendente della Nido D’Argento, per l’ex sindaco di Partinico Salvatore Lo Biundo, per Maria Pia Falco, istruttore direttivo al Comune di Marsala e Aldo Raimondi, responsabile del settore Politiche Sociali e Culturali del Comune di S. Cataldo (Cl). Un sesto destinatario degli arresti domiciliari è ancora ricercato.

La sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio è stata invece notificata a Maria Rita Milazzo, dirigente del Comune di Balestrate, Michela Sclafani, funzionaria dell’ufficio direzione Politiche sociali della Città Metropolitana di Palermo e Antonino Geraci, presidente della commissione aggiudicatrice nella gara per l’affidamento della gestione e realizzazione “Azione A Rafforzamento dei Servizi Sociali”. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione finalizzata alla corruzione, corruzione, turbata libertà degli incanti e istigazione alla corruzione. 

“Appalti di 300 mila euro in cambio di mazzetta di 7.500 euro”, le accuse a Gaetano Di Giovanni 

C’era chi, come la dipendente del comune di Balestrate Maria Rita Milazzo, ora indagata per corruzione e turbativa d’asta, dava indicazioni alla coop Nido D’Argento su come impostare l’offerta progettuale, per aggiudicarsi la gestione dei centri estivi e in cambio otteneva l’assunzione della figlia e del nipote nella stessa coop. E chi, come Michela Sclafani, funzionaria all’ufficio direzione politiche sociali della Città Metropolitana di Palermo, velocizzava la liquidazione dei pagamenti che spettavano alla coop per i servizi socio assistenziali svolti (tra cui quello del trasporto scolastico degli studenti con disabilità), e, riceveva, per il suo aiuto, insieme al marito Giovanni Dalia, collane con smeraldi da 1.800 euro, profumi di marca, olio d’oliva, dolci e panettoni e l’assunzione di amici nella cooperativa. Gli episodi sono emersi nell’inchiesta della Dda di Palermo sulla cooperativa di Partinico Nido D’Argento che ha portato a 12 misure cautelari. Un indagato è ancora ricercato. C’era poi chi, come Antonio Geraci, presidente della commissione aggiudicatrice di una gara bandita del Comune di Gela faceva sì che a vincere fosse la Nido d’Argento, incassando come contropartita 2mila euro tramite l’ex sindaco di Partinico Salvatore Lo Biundo. La lista dei favori ricevuti dalla coop in cambio di soldi e regali è lunga. Per gli inquirenti ad esempio anche il dirigente del distretto socio sanitario di Agrigento, Gaetano Di Giovanni, ora capo dei vigili, avrebbe favorito l’affidamento del servizio di assistenza domiciliare socio-assistenziale per anziani non autosufficienti (per un totale di 204.051 euro) alla società Medea controllata da Gaglio e dei servizi socio-assistenziali nei comuni di Santa Elisabetta e di Agrigento (per un importo complessivo di 89.355) alla Nido D’Argento, in cambio di 7mila 500 euro in tre tranche. 

L’indagine ha svelato anche che la funzionaria comunale di Marsala, Maria Pia Falco, avrebbe preso soldi per far aggiudicare alla Nido D’Argento la gestione dei servizi socio assistenziali e che il responsabile del Settore Politiche Sociali e Culturali del Comune di S. Cataldo, Aldo Raimondi avrebbe favorito la coop in cambio di oltre 10mila euro e un contratto da assitente sociale all’amante. 

Le carte dell’inchiesta: 

Di particolare rilievo, raccontano le carte della clamorosa operazione odierna, è la figura di Gaetano Di Giovanni (spregiudicato e avido, sostengono gli inquirenti) così descritto dagli indagati nelle conversazioni intercettate. Infatti, essi lo appellano con soprannomi quali “Tano gnam gnam “, “man bassa, “tutto mio”, “panzone terribile”, e mostrano di sentire fortemente il peso del raffronto con il medesimo che, peraltro, non perde occasione per palesare la sua astuzia – mettendo a punto accorgimenti per eludere eventuali intercettazioni, quale quella di costringere i propri interlocutori nel malaffare a recarsi da lui senza telefoni, di fissare incontri in posti “neutri”, farsi raggiungere per il tramite di terzi, farsi consegnare il denaro all’interno di bagni delle aree di servizio o mediante particolari accorgimenti  o attraverso continue richieste di pranzi e cene a spese dei commensali.

Le conversazioni intercettate unitamente agli esiti dei servizi di osservazione e pedinamento predisposti dalla p.g. assicurano che vi sia stata la corresponsione a Di Giovanni Gaetano (Dirigente del II Settore – Servizi alla Persona del Comune di Agrigento (fino al maggio del 2022), Responsabile del VII Settore – Polizia Locale, Vicesegretario Generale, Capo di Gabinetto nonché presidente di gara dell’Urega di Agrigento) di una tangente di 7.500,00 euro in almeno tre tranches (nelle date del 30.8, 10.9., 11.10.2021) da parte di Gaglio, Chiavello e Terzo, allo scopo di agevolare la liquidazione di alcuni servizi resi, nell’ambito territoriale di competenza del Pubblico Ufficiale, dalla cooperativa rappresentata da Gaglio Giuseppe, nonché per “favorire” l’affidamento di alcuni servizi socio-assistenziali alla suddetta cooperativa e alla cooperativa Medea, riconducibile allo stesso Gaglio Giuseppe.

L’analisi documentale permette di evidenziare che: In data  10/03/2021 il Dr. Di Giovanni  Gaetano  – in qualità di dirigente coordinatore del Distretto Sociosanitario D 1 – indiceva una procedura  negoziata a mezzo Mepa per l’affidamento del servizio  di assistenza  domiciliare  socio-assistenziale  (Ada) per anziani non autosufficienti non in Adi per un totale complessivo  di euro 204.051,55. Dava inoltre atto che il Rup del procedimento era il dott. Calabrese Tommaso.

In data 06/04/il dr. Di Giovanni Gaetano procedeva all’approvazione dei Verbali di gara del 21/03/2021 e del 01/04/2021. In data 13/05/2021 Di Giovanni Gaetano attestava il pervenimento sul sistema Mepa di n. 5 offerte fra cui quella della Medea Società Cooperativa Sociale Onlus. Con la stessa Di Giovanni determinava la costituzione della Commissione di gara così composta: Presidente: Gemma Faletra – Esperto titolare A) Adriana Pandolfo – Esperto titolare B) Monica Monaco. Inoltre, il Dirigente del Distretto Sanitario risulta avere avuto una forte ingerenza a Santa Elisabetta (AG) in merito all’appalto dello Spazio Giochi per bambini – di cui la Nido d’argento si aggiudicava 2 dei sette lotti – , e ad Agrigento, per quanto riguarda sia il Potenziamento dell’Asilo Nido che il Servizio di Assistenza Domiciliare (Sad). Per l’effetto, venivano monitorati plurimi incontri fra i tre e il p.u., alcuni di essi finalizzati alla corresponsione delle somme oggetto dell’accordo corruttivo: l’incontro del 22.6.2021 è suggellato dalla conversazione intercettata il giorno prima fra Chiavello e Chiaramonte, dalla quale si evince che l’indomani i due avrebbero dovuto dare da mangiare a degli animali (“Chiavello: che domani ce ne vorranno cinquanta …cinquanta …cinquanta, ed un’altra cinquanta per dare a mangiare a quegli animali, a quegli animali là! (ndr ride) e da quella intercettata la sera del giorno successivo, fra Chiavello e Mortillaro, in relazione ad un incontro di affari tenutosi “in un posto neutrale”, per un pranzo pagato, per l’appunto, da Chiavello stesso (Mortillaro: “L’incontro come è andato?  Chiavello: “Bene! Bene! Bene!” Mortillaro: “Avete fatto tutte cose?” Chiavello: “Sii …programmi per il futuro Mortillaro: “Avete pagato  voi o loro?” Chiavello: “né loro né noi …programmi …programmi, programmi!”. Mortillaro: No, chi ha pagato il pranzo?” Chiavello: “Ahi …a pranzo, eh io! E chi lo doveva pagare!? …mica siamo andati a casa loro, siamo andati in posto neutrale …per incontrarci e programmare. Amò sveglia! ”). Particolarmente rilevante la circostanza che nella stessa giornata, e in particolare alle ore 13:21, l’utenza cellulare in uso a Terzo – mentre discorreva con Chiavello di una prenotazione e menzionava espressamente “Di Giovanni” -, agganciasse la stazione radio base della località balneare San Marco, presso Contrada Tradimento a Sciacca (AG); l’incontro del 2.7.2021 risulta dalle conversazioni fra Chiavello e il proprio compagno – dalla quale si evince che era stato a pranzo con  “una cosazza  inutile  e  due panzoni terribili” e che uno di tali commensali l ‘aveva costretto a lasciare il cellulare in macchina, per  “Semplice programmazione   lavorativa per  i prossimi … tutto qua… e chiusure  di cose passate” -, e fra Terzo Massimiliano e la moglie, che discutevano del soggetto di “Agrigento” che il primo aveva incontrato a pranzo a Castellammare, somigliante ad Andreotti; insuperabili le immagini estratte dai circuiti di videosorveglianza del ristorante la Cambusa che riprendevano Terzo, Chiavello , Barba Giuseppe e Di Giovanni Gaetano, il quale ultimo, parlando, sfrega il pollice  con l’indice e il medio come a voler indicare il gesto di ”pagare” o di “soldi” e ancora, mentre gesticolava, indicava il numero 3 con le dita; l’’incontro del 3.7.2021 appare inequivocabile alla luce del sms di conferma dell’avvenuto pagamento, ancora da parte di Chiavello, dell’importo di euro 175,00 eseguito presso l’esercizio denominato Egesta Mare S.R.L e dalla estrapolazione delle immagini del circuito di videosorveglianza, che riprendono l’ingresso nel ristorante di quest’ultimo, Terzo, Di Giovanni  e una donna non identificata; l’incontro  ad  Agrigento  in  data  30.8.2021  fra  Terzo  Massimiliano  e  Di  Giovanni emerge  dalla  conversazione  fra  Terzo  e Terrazzino Evelin nella  quale  il primo  confermava l’intervenuto incontro, e da quella del giorno successivo in cui Terzo riferiva a Gaglio di “porcate con quello di Agrigento” , che lo aveva ”portato nel bagno dove doveva entrare… erano tutte cose impacchettate e chiuse. L’incontro con un giornale e mi ha portato dentro il bagno nel posteggio (incomprensibile) a controllare tutte cose” e che si era interessato della “sessione del giorno”, promettendo che avrebbe parlato con una donna (“questa”) fra oggi e domani (Data  31/08/202);  rileva  inoltre  la conversazione intercettata il 10.9.2021, fra Gaglio  e Terzo, relativa ai conteggi delle somme pattuite e ancora da corrispondere: (Gaglio:  “Mille e cinque per  lui, restano mille. Sono rimasti otto con lui? O sette e cinque?” Terzo: “Sette e cinque”. Gaglio: “E l’altra volta tre e cinque gliene abbiamo dati. O no?”  Terzo:  “Quindi per fare sette e cinque… quattro!”); l’incontro del 10.9.2021 presso il Cozzaro a Mazara del Vallo risulta appurato alla stregua delle  immagini  registrate  dalle  telecamere  di  videosorveglianza,           dalle  quali  si  vede distintamente Terzo prendere le chiavi dell’auto di Di Giovanni e posarvi un plico, verosimilmente  contenente denaro, nonché delle conversazioni  fra Gaglio e Terzo captate  prima  dell’incontro, in  ordine alle  somme  da prelevare per corrisponderle  al pubblico ufficiale e, successivamente ad esso, fra Chiavello e Mortillaro, al quale il primo  riferiva  della  conclusione  dell’affare (Chiavello:  “tutto a postissimo!”.  Mortillaro  “L’affare è concluso?”  Chiavello  “affare concluso!” Mortillaro “quindi pranzi e cene segrete non ce ne saranno più?”. In data 11.10.2021 la dazione di un’ultima tranche da 1000,00 euro risulta acclarata sulla scorta della interlocuzione fra Gaglio e Terzo relativa al recupero della somma prima della trasferta di Terzo ad Agrigento, effettuata con tale Impastato Vito (come annotato sul cellulare del medesimo: “Raffadali da Eva +vito mille”) un ulteriore incontro veniva programmato intorno a Capodanno, in vista, verosimilmente, della consegna dell’ennesima tangente (Terzo: vedi che siamo rimasti con quello che prima di capodanno ci vediamo” …lui mi ha detto solamente “La fortuna per voi sta cominciando a girare di nuovo, siete usciti nel sorteggio!”). In data 25/01/2022 Gaglio  e Terzo viaggiavano a bordo dell’auto verso Palermo dove avevano fissato un appuntamento col dirigente Di Giovanni, che si sarebbe effettivamente tenuto. Che le cospicue dazioni al pubblico ufficiale siano finalizzate non solo alla generica messa a disposizione del p.u. per favorire le liquidazioni effettivamente spettanti alle società del Gaglio per i servizi resi ma, altresì, al compimento di atti contrari ai doveri di ufficio, in relazione ai quali viene in rilievo un unico reato permanente di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, esattamente come contestato, risulta da plurimi elementi fra i quali, in primo luogo, l’ammontare della tangente che apparirebbe, altrimenti, “sproporzionata”.

Conferma di quanto qui rilevato si desume, poi, dalla conversazione intercettata il 16.6.2021 fra Terrazzino Evelin e Gaglio, il quale ultimo, dopo una temporanea interruzione dei rapporti con il p.u., si determinava a riagganciarlo, attesi i ritardi accumulati nella liquidazione dei compensi e   consapevole   che   “se  non   dai,   non   ricevi”. Nelle conversazioni del 23 e  24 dicembre 2021, nella prima Terzo espressamente afferma che nell’affidamento dello Spazio gioco di Santa Elisabetta (AG) vi è stata la mano del Commendatore e, nella seconda, parlando nuovamente con Chiavello e Chiaramonte, lascia chiaramente trapelare il ruolo del Dirigente nell’aggiudicazione delle gare nell’agrigentino e l’esigenza da parte della compagine societaria di “sdebitarsi” (Terzo: “…poi è arrivato man bassa, tutto mio”. Chiavello: “… a mangiare voleva andare!” Terzo: “A proposito … Prima di Capodanno, a Palermo però gli ho detto! …la fortuna ricomincia a girare! Chiavello: “Ahhh così il messaggio era?” Chiaramonte: “Siete stati baciati dalla dea… dal deo! Non dalla dea!!”  Chiavello:  “Allora ci andiamo prima di Capodanno, è giusto? Gli portiamo  lo zampone?”. Può quindi affermarsi la sussistenza di più che gravi indizi di colpevolezza nei confronti di tutti gli indagati.

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