A San Biagio Platani e’ possibile ammirare gli Archi di Pasqua fino al 5 maggio. Una tradizione che si tramanda da generazione in generazione, ad opera di un popolo creativo e generoso che ha fatto del proprio sito un eccezionale luogo di arte. La festa degli Archi di Pasqua di San Biagio Platani ebbe inizio nella seconda metà del seicento quando le due confraternite, rispettivamente “Madunnara” con sede nella Chiesa Madre e “Signurara” con sede nella Chiesa del Carmine nei pressi del Calvario, si premurarono di delimitare artisticamente lo spazio sacro dove il giorno di Pasqua avviene l’incontro del Cristo Risorto con la madre, il trionfo della vita sulla morte, la vittoria del Cristo, la rivelazione del “Mistero” nella resurrezione. Questo cerimoniale si svolge in un preciso momento dell’anno, quando la natura, con un’esplosione di profumi e colori, nella Valle dei Sicani celebra il risveglio della primavera. Non è un caso che la struttura degli Archi centrali prende forma in una fusione di materiali vegetali, prodotti della natura, un’architettura di frutti, di essenze, di odori e quello che il popolo contadino può offrire a Cristo vittorioso. Il pane, frutto del duro lavoro dei campi è l’elemento decorativo essenziale dell’architettura della festa, in essa assume un simbolismo connotativo dei ritmi della vita di un popolo. Un popolo che ha dato origini ad una manifestazione unica, ricca di devozione, di cultura, di arte. Canne, ramoscelli di ulivo, rosmarino, alloro, arance, si trasformano in cattedrali, in colonnati. Pane, uova, zucchero, sale, sono alle origini di gran parte delle decorazioni. Mandorle, spighe, granoturco, datteri, fiori e legumi costituiscono i materiali di splendidi mosaici.
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