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Canicattì, giovedì Santo: Coena Domini, veglia davanti i sepolcri e l’altare della reposizione

La sera del Giovedì Santo, dopo la celebrazione della Messa “In Coena Domini” che dà inizio al solenne Triduo Pasquale, c’è il lungo momento di preghiera davanti all’altare della Reposizione. In ogni chiesa si espone in risalto con grande onore la pisside contenente le ostie consacrate proprio per continuare nelle ore notturne la memoria dell’Eucaristia istituita da Gesù nell’Ultima Cena e meditare e pregare in ringraziamento di questo grande dono. Nella tradizione gli altari della reposizione vengono comunemente chiamati “Sepolcri”. Molto particolari sono le composizioni floreali fatte dai fedeli con i germogli dei semi di grano ma anche di altri cereali, fatti nascere immersi in una ciotola nel cotone umido e coltivati in casa al buio, ottenendo dei colori quasi irreali, bianco o verde acqua. I semi di grano germogliati al buio  simboleggiano il passaggio dalle tenebre della morte di Gesù alla sua Resurrezione. Durante la messa del giovedì Santo, si tiene la lavanda dei piedi, il gesto riassume tutta la vita di Gesù, il quale “non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la Propria vita in riscatto per molti”. Lavarsi i piedi gli uni gli altri significa per i cristiani fare memoria dell’amore che Gesù ha avuto per i suoi discepoli.

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