Sono stati riconosciuti responsabili di una serie di truffe online. Spaventoso il volume di affari mensile, circa 8 mila euro. Avrebbero messo in vendita, attraverso il web, oggetti a prezzi tracciati, tra cui anche auto e moto non di loro proprietà, utilizzando schede telefoniche temporanee e dopo la vendita e l’avvenuto pagamento, il venditore di turno spariva. Inflitte sei condanne. Questo il verdetto emesso dai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, presieduta da Wilma Angela Mazzara, a processo scaturito dall’inchiesta “Pacchi.it”.
Otto anni e 3 mesi di reclusione per Cristoforo Famà, 40 anni; 4 anni e 7 mesi per Samanta Cicatello, 35 anni; 3 anni e 7 mesi per Alessandro Bianchi, 32 anni; 3 anni e 8 mesi a Daniela Giannone, 47 anni; 3 anni e 5 mesi ad Angelo Trupia, 53 anni e 2 anni e 2 mesi ad Antonina Parroco, 47 anni. Sono tutti di Licata.
Complessivamente le vittime accertate sono state 33, in soli dieci mesi, residenti in tutto il territorio nazionale. Tra queste una famiglia di terremotati di Amatrice, rimasta senza casa perché crollata, e alla ricerca di un camper, trovato e risultato ‘fantasma’ dopo un accordo telefonico. Ma in tanti non avrebbero presentato alcuna denuncia. L’indagine è stata condotta sul campo dai carabinieri della Compagnia di Licata, a seguito di numerose denunce presentate in diverse parti d’Italia, per delle truffe verificatesi sul web.