Il tribunale di Enna ha condannato a 9 anni e 9 mesi con il rito abbreviato Laura Di Dio, la 31enne di Pietraperzia che il 4 febbraio del 2023 uccise a coltellate la suocera Margherita Margani, 62 anni. Alla donna, reclusa al carcere di Agrigento, è stato riconosciuto il vizio parziale di mente.
Il pm Michele Benintendi aveva chiesto 18 anni di carcere. “Siamo soddisfatti – hanno detto gli avvocati Salvatore Timpanaro e Antonio Impellizzeri, che difendevano l’omicida – Un tribunale molto attento ha accolto in pieno la tesi difensiva”. Nel processo si erano costituiti parte civile il marito della vittima, Piero Arnone e alcuni dei suoi figli, assistiti dagli avvocati Angelo També, Ennio També e Giacomo Pillitteri. Nonostante il riconosciuto vizio parziale di mente, i difensori delle parti civili si dichiarano soddisfatti per l’esito complessivo della condanna con la quale il giudice, oltre al riconoscimento della provvisionale di 130.000 euro in favore dei loro assistiti, ha applicato la misura di sicurezza della pericolosità sociale e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Alla donna è stata inflitta una misura di sicurezza di tre anni, a fine pena, da rivalutare non appena scontata la condanna”, hanno affermato i legali delle parti civili.
Laura Di Dio uccise la suocera a colpi di arma da taglio, un coltello e un paio di forbici. Poi si sedette a cavalcioni sul corpo della donna fumando una sigaretta. È questa la drammatica scena che si presento’ al marito di di Margherita Margani, 62 anni, dopo avere aperto la porta di casa.
«È stata mia suocera ad aggredirmi con un coltello, io mi sono difesa» aveva raccontato dopo l’arresto Laura Di Dio. Durante l’interrogatorio avrebbe sostenuto che spesso era la suocera ad occuparsi dei figli e che il marito, quando lei era sola, la chiamava in aiuto per vigilare sul suo comportamento nei confronti dei bambini.
Nuora e suocera abitavano accanto, due case piene di telecamere, le cui immagini sono state al vaglio degli investigatori. Tra le due pare che i rapporti non fossero proprio rosei e che si fossero da poco riconciliate dopo anni che non si parlavano. Margherita Margani, quel giorno, aveva invitato la nuora a prendere un caffè a casa sua. I familiari avevano fin da subito dichiarato che l’omicida soffriva di depressione e che era una lunatica, un’instabile.