Consulta di Aica: Urge confronto su crisi idrica nell’agrigentino
La Consulta di Aica, chiede un confronto sulla necessaria programmazione per quanto attiene al risparmio della risorsa idrica, alla sua più equa distribuzione, all’ottimizzazione delle fonti esistenti e al reperimento di nuove fonti. La consulta scrive:
Al Presidente dell’Assemblea dei Soci dott. Alfonso Provvidenza
al Consiglio di Amministrazione di AICA
Al Direttore Generale di AICA dott. Guarneri e p.c. A Sua Eccellenza il Prefetto di Agrigento dott. Filippo Romano
Oggetto: RICHIESTA DI INCONTRO IN MERITO ALLA CRISI IDRICA DEL NOSTRO AMBITO
La scrivente Consulta delle associazioni di AICA, visto l’art.48 comma 7 dello statuto, il quale recita: “La Consulta avrà potere consultivo ed essere ascoltata su richiesta, anche di una sola organizzazione, per quanto attiene l’erogazione del servizio idrico integrato, sia con l’Assemblea che con la Direzione che con l’organismo che esercita il Controllo Analogo” con la presente richiede un incontro congiunto con gli organi in indirizzo per affrontare il tema della grave crisi idrica del nostro ambito.
Partendo dal grave disagio patito dall’utenza, la quale lamenta la persistenza di un allungamento dei turni di erogazione, solitamente tipico della stagione estiva, e oggi purtroppo in essere anche nella stagione invernale, si richiede un consulto sulla necessaria programmazione per quanto attiene al risparmio della risorsa idrica, alla sua più equa distribuzione, all’ottimizzazione delle fonti esistenti e al reperimento di nuove fonti.
Il Servizio Idrico Integrato è efficiente quando vi è una programmazione efficiente. Se dovesse protrarsi la scarsità di precipitazioni tipica di questi mesi, il periodo estivo sarà estremamente difficile da affrontare dal momento che già oggi l’utenza subisce tempi di turnazione tipici dei mesi più caldi. Ci chiediamo, se non si interviene tempestivamente con soluzioni efficaci e strutturali, cosa potrà succedere durante la prossima stagione estiva.
Su questo tema, le proposte della Consulta, inviate alla Prefettura, all’ATI, all’assessore Di Mauro e alla IV Commissione all’Ars sono nel solco di quanto prevede la normativa per i gestori del SII: reperire nuove fonti di approvigionamento idrico all’interno dell’ambito.
Curare, manutenere e ottimizzare le fonti esistenti contribuisce ad acquistare meno acqua da Siciliacque.
Utilizzare tutte le risorse dell’ambito comprese quelle eccedenti ai Comuni montani. Necessario un rimborso da parte della Regione ad AICA per l’acqua concessa all’azienda privata SICON e sottratta a tutti i cittadini.
Necessario, secondo recente normativa comunitaria, riutilizzare l’acqua depurata per uso irriguo. Questo consentirebbe ad AICA di scambiare il quantitativo d’acqua depurata per uso agricolo con un corrispondente quantitativo di acqua per uso idropotabile e RISOLVERE STRUTTURALMENTE LA STORICA CARENZA DI RISORSE IDRICHE.
Necessario incentivare e accelerare sulla conversione di tutte le utenze forfettarie.
Necessario ripristinare le squadre di controllo sui furti d’acqua (inaudito che un’azienda pubblica non svolga tale attività di controllo).
Per quanto attiene alla manutenzione delle fonti proprie, è necessario mettere a conoscenza della Consulta e degli utenti il dato, oggettivo, del fabbisogno di risorsa idrica acquistata da Siciliacque Spa, dal 2018 ad oggi. Sarebbe grave se questo dato oggi, al netto di un bacino di utenza ampliato a 35 Comuni, risultasse eccessivamente aumentato.
Per quanto attiene al Decreto Regionale sul riuso delle acque reflue, caldeggiato dalla scrivente in più occasioni, occorre intervenire tempestivamente sui depuratori eliminando le cause di infrazione comunitaria ancora in essere e dotandoli di moduli aggiuntivi (terziari) che la maggioranza dei depuratori non ha. Questo decreto ancorchè sacrosanto rischia di non produrre benefici per i prossimi tre o quattro anni, a meno che non si provveda con urgenza a redigere i progetti e ad avviare i lavori necessari.
Per la Consulta di AICA il Presidente Alvise Gangarossa