GRAZIE AL PARCO “VALLE DEI TEMPLI DI AGRIGENTO” GAETANO ARONICA HA PORTATO AD AGRIGENTO UN IMPORTANTE “SAGGIO” DEL TEATRO DEI “GRANDI”. GRANDE PARTECIPAZIONE CON UNA PARTECIPATA E NUTRITA RAPPRESENTANZA DI GIOVANI.
Un viaggio nell’uomo. Una introspezione intima e combattuta dell’essere umano. La grande domanda aperta: “chi siamo?”; il desiderio di una sempre viva ricerca della memoria: “da dove veniamo?”, trova in Kafka un interprete tanto umano quanto “coscientemente” disumano! È l’uomo che non si “vede” umano, l’eterna bestia che affiora nei pensieri, nelle azioni. L’attualità, triste e perversa, ci dimostra che l’umanità, molto spesso, non si trova nell’uomo! Per “vivere” una vera e profonda umanità è certamente meglio analizzare la natura, la terra, gli animali. Umanità non è sinonimo di “vita umana”, insomma e il gioco delle parti ribalta la creduta assodata verità. La scimmia prende il posto dell’uomo e l’uomo prende il posto della scimmia.
Il lavoro di Alessandro Gassman e Giorgio Pasotti è felicemente in linea con il pensiero “non semplice” di Kafka. La regia di Alessandro Gassman mette in luce l’animo travagliato dell’autore. La scena risulta piena e sembra ospitare la molteplicità dell’uomo, le sue sfaccettature che prendono corpo ora con le luci, sempre perfette anche nella scelta e nella progressione cromatica, ora con la scenografia multimediale che sostiene, come un velo che ammanta la vita, il mutevole snodarsi degli eventi. I due monologhi risultano proprio incastonati in tutta la struttura del progetto-teatro creato certamente dal regista e sostenuto da tutti e tanti gli elementi che rendono un testo “teatrale”. Un plauso anche alla sottolineatura musicale di Pivio e Aldo De Scalzi mai banale o riempitiva ma parte attiva del percorso teatrale.
Alla fine dello spettacolo Giorgio Pasotti sembra essere perfettamente “tagliato” e insostituibile nel ruolo dei due protagonisti. La sua interpretazione è intima, a tratti struggente in una recitazione istrionica in simbiosi con i due personaggi che sembrano interpretati proprio da due attori diversi. La magia del teatro porta sul palco, grazie proprio a Giorgio Pasotti, Kafka con i suoi drammi, con le sue incertezze esistenziali, con la sua “solitudine nella moltitudine” che lo fa sentire estraneo ad una umanità disumana. Giorgio Pasotti è bravissimo nei movimenti e abilissimo nella modulazione vocale.
Alla fine della sua interpretazione si complimenta con il pubblico, con gli organizzatori e con i numerosi giovani che “nonostante Sanremo” hanno partecipato con interesse (a tratti “normalmente” esuberante perché in linea con l’età…) alla rappresentazione. E questo non è poco.
Il progetto del “Parco della Valle dei Templi”, che porta la firma “illuminata” di Roberto Sciarratta, ha trovato nel suo percorso la viva “ricchezza culturale” di Gaetano Aronica che certamente non può che essere contento del successo di pubblico che ha accompagnato questi due appuntamenti realizzati.
Calogero La Vecchia