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Video. Insieme agli agricoltori per salvare la nostra economia: manifestazione Bivio Tumarrano, Cammarata

Intervista di Irene Catarella

Abbiamo intervistato Giuseppe Alessi giovane agricoltore tra gli organizzatori del presidio del 6 febbraio 2024 e della manifestazione del 7 febbraio 2024 che si terrà al Bivio Tumarrano nella zona di Cammarata alle ore 9:00 a cui tutti siamo invitati a partecipare perché i problemi che evidenziano gli agricoltori riguardano tutta la cittadinanza.

Chi siete?

Siamo degli agricoltori provenienti dai paesi dei Monti Sicani e della Valle del Platani, come Mussomeli, Casteltermini, Cammarata, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Quisquina, Castronovo e Marcato Biano, Roccapalumba, Valledolmo e Lercara Friddi. Abbiamo partecipato ad altre manifestazioni, presidi e cortei che sono stati fatti in Sicilia.

Qual è il problema?

Abitiamo in un territorio dove si vive di agricoltura e zootecnia. Toccava a noi fare qualcosa e giustamente l’abbiamo fatta. Abbiamo chiesto alla Questura di fare presidio e manifestazione alla quale invitiamo tutta la cittadinanza perché non è un problema solo degli agricoltori, ma è anche un problema del singolo cittadino il fatto che noi agricoltori italiani veniamo pagati per non produrre, infatti nella PAC c’è scritto questo: lasciare la terra ferma per alcuni anni. Ma si deve sapere che non producendo e non raccogliendo il nostro grano, favoriamo l’entrata del grano che viene dal Canada o paghiamo quello dell’Emilia-Romagna, cioè da altri paesi.

Cosa chiedete insieme a tutti gli altri agricoltori siciliani?

Innanzitutto, chiediamo l’istituzione di un tavolo tecnico permanente dove ci si possa confrontare direttamente tramite i sindaci, la regione, il governo nazionale perché si è perso il legame tra lo Stato e l’agricoltore. La Pac, poi, è una cosa che sta distruggendo l’economia agricola di tutta l’Europa e non solo la nostra. Chiediamo l’immediata riformulazione della PAC. Prima c’erano i sindacati che facevano da tramite, ma adesso non ci rappresentano più, infatti, questa manifestazione e questi presidi sono organizzati direttamente da noi agricoltori in quanto non abbiamo le associazioni di categoria dalla nostra parte.

Chiediamo la dichiarazione dello stato di calamità della Sicilia con aiuto immediato cosa che noi agricoltori siciliani, principalmente, avevamo già chiesta tra maggio e giugno in seguito alle condizioni meteorologiche che hanno distrutto la fienagione.

Un’altra cosa che chiediamo è un adeguamento dei prezzi perché non può essere che un agricoltore venda il grano a 30 centesimi e poi debba comprare il carburante, i concimi chimici, i diserbanti a prezzi altissimi. Il grano ci viene, quindi, pagato a prezzo bassissimo mentre il pane in un forno lo compriamo a 3 € al chilo. È vero che ci sono i costi di lavorazione per passare dal grano al pane, però non è giusto che l’agricoltore non guadagni niente.

Chiediamo aiuti per la viabilità rurale. Ad oggi ancora viviamo in una regione dove per raggiungere le campagne d’inverno bisogna fare di tutto e di più. Questo complica tutto.

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