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“Xydi”, mafia: rigettato concordato di pena per l’ex avvocato Porcello

La Procura generale di Palermo ha rigettato il concordato di pena avanzato dall’ex avvocato Angela Porcello, condannata in primo grado a 15 anni e 4 mesi di reclusione poiché ritenuta membro di spicco della mafia canicattinese. Il legale difensore, l’avvocato Giuseppe Scozzari, in cambio della rinuncia ad alcuni motivi del ricorso, chiedeva di ottenere un riduzione della condanna. Il sostituto procuratore generale, Giuseppe Fici, non ha dato il consenso, e adesso saranno i giudici a decidere. Si tratta del processo di secondo grado scaturito dalla maxi inchiesta “Xidy”, l’operazione dei carabinieri del Ros che ha fatto luce sul mandamento mafioso di Canicattì e sulla riorganizzazione della Stidda in provincia di Agrigento. Sul banco degli imputati siedono 13 persone. In primo grado, in tutto, nello stralcio abbreviato del processo, erano state decise 15 condanne e 5 assoluzioni. In appello, davanti al collegio presieduto da Antonio Napoli, approdano adesso le posizioni di 13 imputati riconosciuti colpevoli. Giancarlo Buggea (20 anni di reclusione); Giuseppe Grassadonio (8 mesi); Calogero Di Caro (20 anni); Calogero Paceco (8 anni); Simone Castello (12 anni); Diego Emanuele Cigna (10 anni e 6 mesi); Gregorio Lombardo (17 anni e 4 mesi); Luigi Boncori (20 anni); Giuseppe Sicilia (18 anni e 8 mesi), considerato il capo della famiglia mafiosa di Favara; Giuseppe D’Andrea (3 anni e 4 mesi); Annalisa Lentini (1 anno e 8 mesi); Vincenzo Di Caro (1 anno). Cinque, invece, le assoluzioni diventate definitive: il favarese Giuseppe Pirrera, Giovanni Nobile, Antonino Oliveri, Luigi Carmina, Gianfranco Gaetani. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, scattò nel febbraio di due anni fa. In quell’occasione furono arrestati i vertici dell’intero mandamento, due poliziotti e anche l’avvocato Angela Porcello, ex compagna di Buggea, poiché ritenuta cassiera del mandamento. La penalista, nel frattempo radiata dall’albo, ha anche tentato di avviare un percorso di collaborazione con la giustizia. Uno status che non le è mai stato riconosciuto. Nove, invece, gli imputati che seguono il rito ordinario. Il processo è ancora fermo al giudizio di primo grado davanti la seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento. Gli imputati sono: Giuseppe Falsone, boss ergastolano di Campobello di Licata e capo provinciale di Cosa Nostra; Antonino Chiazza, 51 anni, di Canicattì; Pietro Fazio, 48 anni, di Canicattì; Santo Gioacchino Rinallo, 61 anni di Canicattì; Antonio Gallea, 64 anni di Canicattì; Filippo Pitruzzella, 60 anni; Stefano Saccomando, 44 anni di Palma di Montechiaro; Calogero Lo Giudice, 47 anni di Canicattì; Calogero Valenti, 57 anni, residente a Canicattì.

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