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Operazione “Breaking Bet” tra Licata e Campobello: ridotta misura a geometra, no all’arresto di altri 3 indagati

Con decisione del Tribunale della libertà di Palermo cui hanno fatto ricorso gli avvocati Santo Lucia e Lorena Privato, difensori del geometra Salvatore Pira, 52 anni di Licata rimasto coinvolto nell’inchiesta Breaking bet, eseguita dalla Dia di Agrigento, è stata attenuata la misura cautelare nei confronti di quest’ultimo ossia il divieto di esercitare la professione per un anno imposta dal Gip del Tribunale di Palermo. I giudici del riesame dopo aver annullato la contestazione dell’associazione per delinquere, riformando il precedente provvedimento ha ridotto da 12 a 9 mesi la misura interdittiva. L’inchiesta ha fatto luce su un segmento del settore delle scommesse online che si conferma ancora una volta tra i più redditizi per la mafia agrigentina che ormai da anni, come emerso da molteplici attività di indagine, ha messo le mani su un comparto in grado di garantire immediata liquidità di denaro, forza lavoro da impiegare nelle strutture societarie e un capillare controllo diretto e indiretto del territorio.

Dieci le misure cautelari firmate dal Gip del Tribunale di Palermo Walter Turturici individuando nella figura principale dell’intera inchiesta il licatese Vincenzo Corvitto.

Il Riesame ha rigettato l’appello dei pubblici ministeri della Dda di Palermo che chiedevano l’arresto per altri tre indagati dell’inchiesta accusati di essere mandanti ed esecutori di un’estorsione ai danni di un imprenditore di Licata. Si tratta di Vincenzo Corvitto, 50 anni, Angelo Occhipinti, 69 anni, Vincenzo Spiteri, 56 anni, tutti di Licata e Giuseppe Puleri, 44 anni, di Campobello di Licata. Il solo Corvitto è finito in carcere, lo scorso 8 novembre, giorno in cui è scattata l’operazione.

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