«Chi viaggia attraverso il mare una volta sbarcato cade subito preda della criminalità organizzata. La soluzione non è realizzare hotspot e centri di detenzione, bensì presidi gestiti dall’Unione europea per processare le domande di protezione internazionale: solo così possiamo salvare queste persone dalla logica perversa dei trafficanti. Lo ha detto il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, in diretta da Lampedusa su Rai News24. «La protezione internazionale va offerta ab origine, i percorsi dei singoli tutelati sempre e comunque», ha aggiunto. L’ex premier è a Lampedusa per visitare il poliambulatorio. Nel pomeriggio in programma un faccia a faccia con commercianti, imprenditori e cittadini.
«È ovvio – ha spiegato ancora – che abbiamo avuto il problema della tutela dei diritti fondamentali che nasce da quando il migrante origina il suo percorso di vita. Perché quando lascia il suo villaggio, tutti i componenti della famiglia si tassano con cifre che lì sono importanti. Iniziano questi viaggi cadendo subito preda della criminalità organizzata quindi c’è un problema della tutela dei diritti. Non sto dicendo che la soluzione può essere fare degli hotspot e dei centri di detenzione, di fatto, dove non vengono rispettati i diritti fondamentali una soluzione potrebbe essere realizzare dei presidi a livello europeo, con l’accordo dei Paesi che ci ospitano, di origine e di transito, per poter processare le domande in loco per chi ha diritto alla protezione internazionale e ciò ci consente di sottrarli alla criminalità organizzata e ai trafficanti». «Noi – ha detto l’ex presidente del Consiglio – abbiamo anche bisogni di flussi migratori. La stessa Meloni l’ha scritto: il decreto flussi del governo prevede un aumento dei numeri. Lo riconoscono anche in questo governo dove fanno i sovranisti d’accatto» ha aggiunto. E parlando della sua precedente esperienza di governo, ha aggiunto: «Noi non ci siamo mai ritrovati così in difficoltà in tema di immigrazione ed hotspot, perché abbiamo costruito e lavorato per tempo. Oggi siamo in totale emergenza, un’isola al collasso. Mi hanno sorpreso i numeri degli scorsi giorni. Ero però consapevole che gli slogan elaborati da questo governo erano un bluff, ma non pensavo si arrivasse a questo disastro, a questo fallimento». Secondo Conte, «il presidente del Consiglio ha una responsabilità particolare, innanzitutto il dovere della trasparenza e della verità. Quindi smettiamola con le bolle e con i bluff. Ogni volta che c’è una pressione che rende inevitabile un passaggio del presidente del Consiglio diventa una passerella. Lo abbiamo già visto in Romagna, a Cutro, da ultimo per Lampedusa». Parole molto pesanti e non le sole. «Il capitolo europeo – ha continuato ad attaccare Conte – è molto complesso e dipende anche da chi conduce e realizza e persegue le linee politiche e i dialoghi. La debolezza di questo governo è che in Europa non ha chiarezza, trasparenza e linearità d’indirizzo. I polacchi hanno ancora una volta schiaffeggiato un piano di redistribuzione e lo stesso hanno fatto gli ungheresi. Meloni accredita e addirittura riconosce come assolutamente fondate queste posizioni di assoluta chiusura ad un meccanismo di redistribuzione europea. E poi – ha aggiunto, rincarando la dose – fa una conferenza sull’immigrazione e non invita Francia e Germania. Inviti tutto il mondo e non loro e vuoi la solidarietà di Francia e Germania che hanno un ruolo nel Mediterraneo. Ho parlato di goffaggine diplomatica che mi ha sorpreso».
Un capitolo a parte quello dei rapporti con Tunisi. «Noi abbiamo lavorato con il premier tunisino – ha detto Conte – ma a fari spenti. Non sapete quante telefonate ci siamo scambiati, quanto lavoro con l’intelligence per rinforzare anche i rimpatri. Ma non l’ho mai messo in difficoltà rispetto alla sua popolazione». E sul governo italiano di Giorgia Meloni: «C’è un atteggiamento maldestro, una goffaggine diplomatica che ci fa male – ha sottolineato -. Quello che va fatto con la Tunisia e la Libia, ma anche con i Paesi di transito, è un lavoro serio che richiede tempo. Ma se tu privilegi bolle comunicative, durano un giorno e poi si dissolvono».
Conte, accompagnato dalla parlamentare, ex sindaco di Porto Empedocle, Ida Carmina, dopo aver visitato i locali del Poliambulatorio di via Grecale, si è soffermato a parlare, anche dell’emergenza migranti con il direttore Francesco D’Arca che gli ha anche presentato tutte le persone che, quotidianamente, si occupano a molo Favarolo dell’assistenza sanitaria e controlli di quanti arrivano.
Il leader del M5s Giuseppe Conte ha anche accettato l’invito a pranzo di Teresa Giardina, 84 anni, che giovedì scorso ha preparato la cena e il pranzo per i migranti, ospiti dell’hotspot di Lampedusa e che cercavano da mangiare. Conte è andato in casa della signora. Teresa Giardina, mamma del vigile del fuoco Antonello Di Malta, venuta a conoscenza dell’arrivo di Giuseppe Conte lo ha invitato, anche per raccontargli l’esperienza di aver sfamato due gruppetti di giovanissimi.
Prima del pranzo, la visita al poliambulatorio. «Il movimento Cinque Stelle – ha detto Conte – oggi è qui con la mia persona, ma c’è stato e c’è sempre con i nostri referenti, con i nostri parlamentari regionali e nazionali perché non giriamo mai la testa dall’altra parte. Oggi sono qui per dare un contributo, un segnale di solidarietà, ad una popolazione che è in grandissime difficoltà. Il messaggio è: non vi abbandoniamo. Non vi lasciamo soli – ha rimarcato -. Questa giornata ci serve per raccogliere le istanze dei lampedusani, per essere aggiornati sulle loro angosce, preoccupazioni, difficoltà, disagi e per contribuire con la nostra forza politica, con il coraggio che non ci manca, con determinazione, a rilanciare le loro legittime richieste ed istanze».