La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dal quarantaduenne palmese Nicola Ribisi, finito in carcere lo scorso gennaio nell’ambito dell’operazione denominata “Condor” della Dda di Palermo, condotta sul campo dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento e dai loro colleghi del Ros. “Emerge il riconoscimento del ruolo di capo della famiglia di Palma di Montechiaro”, scrivono i giudici ermellini. Accolte le tesi del Sostituto procuratore generale, Francesca Romana Pirrelli, che al termine della requisitoria, aveva concluso chiedendo la conferma del provvedimento della misura carceraria. Stessa decisione era stata presa dal Tribunale del Riesame di Palermo. Ribisi, secondo quanto avrebbe fatto luce l’indagine, una volta tornato libero dopo avere scontato una condanna per associazione mafiosa, avrebbe ripreso a comandare Cosa nostra di Palma di Montechiaro. Avrebbe provato pure ad estendere la sua influenza territoriale nella zona di Villaggio Mosè. Il palmese, ma anche altri, pare volessero mettere le mani sul quartiere agrigentino, sede di numerose attività commerciali e negozi.
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