Sono terminate le operazioni di recupero dei 34 migranti, fra cui 6 donne, che per 36 ore sono rimasti bloccati sulla scogliera di Capo Ponente a Lampedusa dove venerdì scorso, dopo aver urtato gli scogli, è naufragato il barchino sul quale viaggiavano. Tre le donne portate al Poliambulatorio, ma nessuna è in gravi condizioni.
A recuperare il gruppo è stato il soccorso alpino e speleologico siciliano con l’82esimo Csar dell’Aeronautica militare e i vigili del fuoco «VF 145» in servizio al reparto Volo di Catania. Tanto i tecnici del Sass e dell’Aeronautica, quanto i vigili del fuoco, si sono calati col verricello e hanno imbarcato tutti i 34 migranti che sono stati portati all’aeroporto di Lampedusa. A coordinare le operazioni di salvataggio è stata la Questura di Agrigento, con un funzionario presente sul posto: il vice questore Cesare Castelli.
Trentuno dei migranti, dopo un primo triage sanitario, sono stati già accompagnati all’hotspot di contrada Imbriacola. Lì verranno portate anche le tre donne non appena dimesse dal pronto soccorso. Lo sforzo dei soccorritori è stato grande perché sull’isola ha continuato a soffiare un forte vento di maestrale.
Soccorso alpino e speleologico siciliano e 82° Csar dell’Aeronautica militare in azione a Lampedusa per recuperare una quarantina di immigrati bloccati da quasi 48, dopo il naufragio della loro imbarcazione, su una scogliera ai piedi di una parete verticale alta più di 100 metri nella zona di Cala ponente.
Il velivolo ha fatto una brevissima sosta per lasciare materiale tecnico imbarcato nel caso di un intervento più complesso anche via terra e avere più spazio a bordo.
Dopo è iniziata la vera e propria operazione di recupero. I tecnici del Sass e dell’Aeronautica si sono calati col verricello e hanno imbarcato per prime sei donne per sbarcarle all’aeroporto dell’isola.
Sono 6 donne le prime ad essere state recuperate dal gruppo di migranti che da venerdì sera era bloccato sulla scogliera di Capo Ponente a Lampedusa.
Tutte le donne sono già atterrate all’aeroporto di Lampedusa: una, svenuta, è stata già portata al pronto soccorso con ambulanza. Una seconda giovane, all’ottavo mese di gravidanza, sta per essere trasferita sempre al Poliambulatorio.
«Grazie al soccorso alpino e speleologico, grazie ai vigili del fuoco, agli straordinari elicotteristi, alla Capitaneria e agli uomini della polizia che stanno operando per soccorrere gli oltre 30 migranti, donne e uomini, naufragati oltre 24 ore fa sulla scoscesa scogliera di Ponente di Lampedusa. Orgogliosi del lavoro che stiamo facendo con il costante coordinamento della Prefettura». Lo ha scritto la Questura di Agrigento in merito al salvataggio dei migranti che da venerdì sera, dopo che il loro barchino si è scagliato contro gli scogli.
I profughi hanno detto di essere originari da Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Guinea, Mali, Nigeria e di essere partiti da Sfax giovedì notte.
Il sindaco di Lampedusa ringrazia i soccorritori
«La mobilitazione è stata enorme, ancora una volta gli uomini dello Stato hanno salvato delle vite umane e Lampedusa, così come ha sempre fatto, continua ad accogliere. Ringrazio con il cuore in mano il soccorso alpino e speleologico siciliano, l’Aeronautica militare, i vigili del fuoco e la Questura di Agrigento. È soltanto grazie al loro straordinario lavoro che non siamo qui, anche oggi, a contare vittime». Lo ha detto il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino, dopo la conclusione delle operazioni di salvataggio dei 34 migranti che, da venerdì sera, erano bloccati sulla scogliera di Capo Ponente.