Sanità, i sindaci prendono posizione: sit-in in fascia tricolore in tutti gli ospedali della provincia
Inviata una lettera al Governo regionale e a quello nazionale: si chiedono risposte effettive per affrontare l’emergenza attraversata dal territorio agrigentino
“Come sindaci rivendichiamo il ruolo di massime autorità sanitarie”. Inizia così una lettera inviata su iniziativa del sindaco di Naro Maria Grazia Brandara e sottoscritta da decine di sindaci della provincia al presidente della Regione Siciliana, all’assessore alla Salute Regione Siciliana, al commissario Straordinario dell’Asp di Agrigento e al Governo nazionale. A firmare il documento sono gli amministratori di Naro, Agrigento, Alessandria Della Rocca, Comitini, Burgio, Cammarata, Sambuca Di Sicilia, Camastra, San Giovanni Gemini, Santo Stefano Di Quisquina, Grotte, Canicattì, Realmonte, Palma Di Montechiaro, Raffadali, Siculiana, Santa Elisabetta, Caltabellotta, Favara, Ribera, Montevago, Cattolica Eraclea, Calamonaci, Lucca Sicula, Montallegro, Menfi, Comitini, Burgio, Cammarata, Sambuca Di Sicilia, Campobello di Licata, Joppolo Giancaxio, Santa Margherita Belice, Sciacca e Sant’Angelo Muxaro.
Un testo che ha origine, come immaginabile, da quanto sta accadendo nella sanità pubblica agrigentina. Una situazione, dicono i primi cittadini “senza precedenti” rispetto alla quale non vi sarebbe al momento alcun concreto progetto di superamento.
“Ai medici ed agli operatori deve andare non solo la nostra solidarietà, ma anche qualcosa di più concreto: noi sindaci abbiamo un dovere in più in quanto rappresentanti delle comunità che ci hanno eletto – dicono -. Non ci servono spiegazioni, non ci servono rassicurazioni, servono medici, infermieri e personale che possa lavorare con contratti stabili, con turni umani, con reparti dotati di uomini e mezzi. Solo così è possibile consegnare ai cittadini – che pagano le tasse – una Sanità non precaria, ma sicura e pubblica”.
Rispetto alle dibattute dimissioni del primario del Pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio” Sergio Vaccaro, i primi cittadini precisano che questa vicenda “non può essere derubricata ad un mero ‘fatto personale’ e ‘locale’, ma va preso come il segnale di un malessere grave che ha evidentemente ripercussioni sulla vita di ogni giorno dei cittadini, con reparti salvavita senza la possibilità di una vera e corretta turnazione che un sovraccarico di lavoro estenuanti”.
Per questo i sindaci, nel rivendicare il ruolo di “voce delle comunità locali” annunciano l’organizzazione di manifestazioni/sit-in con la fascia tricolore nella hall del “San Giovanni Di Dio”, e poi al “Barone Lombardo”, al “San Giacomo d’Altopasso” e al “Giovanni Paolo II” per “presentare un documento-manifesto che sia sintesi degli interessi dei territori con precise richieste verso la Politica regionale e la governance locale dell’Azienda sanitaria provincia”.
Questo avverrà grazie alla creazione di un gruppo di lavoro che abbracci le migliori espressioni del volontariato e dei comitati spontanei che sono costituiti nel tempo: l’obiettivo è predisporre una piattaforma di proposte da sottoporre alla valutazione dei sindaci stessi.
“Il Governo regionale – dicono infine – venga ad Agrigento per fornire proposte e risposte certe ai territori: noi saremo la voce dei nostri cittadini malati che urlano di dolore e dei nostri medici lasciati soli a gestire interi reparti”.