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Lampedusa, arrivati 1.400 migranti in 24 ore. In Sicilia nasceranno nuovi centri d’accoglienza

Proseguono senza sosta gli sbarchi di migranti a Lampedusa dove sono approdati a bordo di 11 imbarcazioni in 485. Durante la giornata di ieri, saabto 15 luglio, sull’isola, ci sono stati 22 approdi con un totale di 947 persone. Il primo blocco di nove imbarcazioni è stato soccorso durante la notte da guardia di finanza e capitaneria di porto. A bordo dei natanti da un minimo di 33 migranti ad un massimo di 55, fra cui donne e bambini. Ai soccorritori hanno riferito di essere salpati da Sfax, in Tunisia, e di essere originari di Benin, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Camerun, Gambia, Mali, Guinea, Senegal e Nigeria.

All’hotspot, dove la capienza massima prevista è di poco meno di 400 persone, ci sono oltre 2.200 ospiti. La prefettura di Agrigento ha previsto alcuni trasferimenti per alleggerire la struttura: in 180 sul traghetto Cossydra verso Porto Empedocle, altri 440 con la motonave «Lampedusa» trasferiti a Trapani.

«Stiamo lavorando a nuove aree esclusivamente temporanee e appositamente dedicate in Sicilia e Calabria – dice il commissario all’emergenza migranti, Valerio Valenti, commentando il consistente incremento del numero degli sbarchi in questo periodo – per poter sopportare il significativo aumento del carico di arrivi con la creazione o l’implementazione di “punti di crisi”, ovvero aree di primissima accoglienza, come abbiamo fatto a Lampedusa». Valenti ha aggiunto: «Stiamo stressando il territorio per l’aumento degli arrivi, che è fisiologico in estate, ma il sistema tiene e questi problemi ci sono sempre stati. Nel 90% dei casi il sistema di collocazione dei migranti ha funzionato e funziona. Ci sono state ricadute più forti su qualche territorio, ma sono criticità che nascono da situazioni specifiche».

Da sempre, secondo il commissario, «l’asse portante del sistema di accoglienza dei migranti sono lo Stato e i sindaci: ora con lo stato di emergenza entrano in campo anche le regioni e noi, in questo approccio emergenziale, siamo aperti e disponibili a idee diverse, per esempio sull’accoglienza diffusa».
Quello che è certo, ha detto inoltre, «è che non c’è l’intenzione di creare mega strutture come successe a Mineo e se dovessero risultare valide altre soluzioni emergenziali in una logica di cuscinetto lo faremo». Valenti ha anche auspicato che i nuovi incontri con i rappresentanti istituzionali dei Paesi di partenza «sortiscano effetti benefici sui flussi».

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