Ad Agrigento il primario del pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio ha rassegnato le proprie “irrevocabili dimissioni” denunciando gravi criticità strutturali e “inerzia dei vertici aziendali nell’affrontare i problemi”. Sergio Vaccaro non sarà più il direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina e chirurgia dell’ospedale di Agrigento a partire dal prossimo 24 luglio. Il primario ha comunicato la sua decisione ai vertici dell’Asp di Agrigento con una lettera di sei pagine con cui mette nero su bianco tutte i limiti di un reparto così importante. Vaccaro aveva firmato un contratto di cinque anni con l’azienda sanitaria provinciale nel febbraio dello scorso anno.
“Ritengo che il 22 febbraio dello scorso anno avevo firmato il contratto con l’Asp di durata quinquennale che i fatti di seguito riportati costituiscano grave inadempimento contrattuale da parte dell’Asp e una giusta causa di dimissioni.” Il primario prosegue nella missiva elencando le “numerose criticità strutturali e di dotazione di personale medico e paramedico del Pronto soccorso che, di fatto, hanno acuito le problematiche già note all’Azienda poiché segnalate ripetutamente. Lo stesso Vaccaro ha inoltrato nel corso del servizio ben 32 note con le quali ha denunciato “lo stato di sofferenza del reparto e le gravissime conseguenza per i pazienti che vi accedono” e “ il grave stato emergenziale generato dalla mancanza di personale medico e paramedico che ha determinato oggettivi problemi organizzativi che esulano dalla mia responsabilità”. L’affondo poi all’Asp di Agrigento: “La situazione di grave carenza di personale mi ha indotto a chiedere ogni più utile iniziativa per dotare il reparto di nuovi medici e garantire i servizi sanitari essenziali. I medici, ad oggi in servizio, non possono far fronte alla normale turnazione che comporta disservizi e me non addebitabili. A causa dell’impossibilità di garantire la normale turnazione, nonostante fosse ampiamente comunicata alla direzione aziendale di presidio, non di rado ho effettuato, non certo per mia volontà ma perché costretto dalla negligenza altrui, turni lavorativi continui che, in alcune circostanze, hanno superato le 30 ore. Questo comporta un inevitabile rischio clinico che, nonostante sia stato più volte segnalato, si è tradotto in un disinteresse da parte dell’Azienda con annessa grave responsabilità”.
E ancora: “La carenza di personale medico è stata colmata per più di una volta con la mia attività lavorativa difatti, nonostante i congrui preavvisi alla direzione di presidio, mi sono trovato a svolgere il ruolo di medico di sala e ciò denota una responsabilità del datore di lavora che non risulta conforme alla normativa. La cronica carenza di medici ha comportato, e comporta, una assoluta congestione nella capacità organizzativa della struttura emergenziale con conseguenti disservizi e aumento del rischio clinico. Per i direttori di struttura complessa le norme non prevedono un orario minimo settimanale d’obbligo come per gli altri dirigenti medici. Nonostante ciò il mio servizio ha sempre garantito normali attività dell’area di emergenza. È utile sottolineare come il direttore di strutture complessa possa svolgere, solo in via eccezionale, i servizi di pronta disponibilità e che non di rado ho avuto notificati, in difetto di previsione normativa, ordini di servizio da parte della direzione di presidio per lo svolgimento di turnazione nelle fasce orarie scoperte, alcune delle quali già note poiché riportate nei piani mensili notificati alla direzione. Indice, questo, di una assoluta inefficienza nella ricerca di personale medico equipollente da reperire in altri reparti.” Il primario Vaccaro conclude affermando che tale situazione gli ha “provocato stress psicologico, attacchi di panico, stato di agitazione e tachicardia. Tutto ciò determina una gravità oggettiva nell’espletamento del ruolo di direttore del Pronto soccorso. Seppur conscio che le mie dimissioni per giusta causa producono effetto immediato, per mero spirito di servizio, comunico quale interruzione del rapporto di lavoro la data del 24 luglio per consentire all’Azienda le opportune valutazioni per garantire la gestione del servizio”.