AGRIGENTO – Maurizio Puccio, il “lavoratore fragile” dell’ex Provincia di Agrigento, questa volta ha rischiato di morire: di fronte a quello che ha ritenuto essere l’ennesimo atto “persecutorio” la pressione sanguigna gli è schizzata alle stelle, il suo cuore è andato in “tilt”, ed è finito in ospedale dove i medici lo hanno ricoverato per sei giorni nel reparto cardiologia, sottoponendolo anche ad un serie di accertamenti invasivi, fino alle dimissioni avvenute domenica 9 luglio.
Maurizio Puccio, “lavoratore disabile” del Libero Consorzio Comunale di Agrigento (ex Provincia), allo scadere del periodo di “smart working” – che gli era stato concesso dopo una lunga “querelle” anche giudiziaria – era in attesa che la propria dirigente firmasse il provvedimento di proroga per la quale si aspettava la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge di conversione del “Decreto lavoro”.
Così, la mattina di lunedì 3 luglio, si è presentato al lavoro “in presenza” negli Uffici di Agrigento del proprio Ente dove ha regolarmente “beggiato” e “firmato” sui fogli di servizio.
Intorno alla metà della mattinata lavorativa – quando Puccio aveva già prestato alcune ore di servizio “in presenza” e la legge di proroga (la n. 85 del 3 luglio 2023 – conversione del c.d. “Decreto lavoro”) era già stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale ed entrata in vigore lo stesso giorno – la dirigente, al posto del tanto atteso provvedimento di proroga gli ha, invece, notificato una disposizione (prot. 11431 del 3 luglio 2023) di collocamento in “ferie d’ufficio” a decorrere dallo stesso giorno.
Di fronte a questo ennesimo provvedimento, da lui ritenuto “persecutorio”, Maurizio Puccio è stato colto da malore: si è fatto visitare dal proprio medico di fiducia e, poco dopo, considerato che lo stato di malessere si aggravava, è stato trasportato al pronto soccorso dell’Ospedale di Sciacca dove i sanitari lo hanno ricoverato in Cardiologia.
Come si ricorderà, Puccio nei mesi scorsi aveva presentato alle Procure della Repubblica di Sciacca (città in cui risiede e lavorava) e di Agrigento (luogo in cui sono stati adottati i provvedimenti che ritiene “ritorsivi”) due distinti esposti con i quali ha chiesto all’Autorità Giudiziaria di far luce su episodi che non ha esitato a definire “persecutori” nei suoi confronti.
Nel frattempo la vicenda di Puccio, in questi giorni, si è anche “tinta di giallo” assumendo i connotati di un “cold case”.
“Nei corridoi dell’ ex Provincia circola una notizia – prosegue Puccio – che, se fosse vera, sarebbe veramente singolare.
Sembrerebbe che successivamente l’accesso di alcuni funzionari della Digos della Questura di Agrigento agli Uffici del Libero Consorzio al fine acquisire la documentazione relativa ai miei esposti, la funzionaria dell’Ente che ha consegnato loro la documentazione richiestale, sarebbe stata prima trasferita ad un altro ufficio e poi anche sottoposta procedimento disciplinare”.
Tra gli episodi che Puccio ha segnalato negli gli esposti presentati nei mesi scorsi alle due Procure della Repubblica vi sono anche la “ferma opposizione” della dirigente del Settore presso il quale presta servizio, alla propria candidatura sindacale in favore di altri soggetti più vicini alle posizioni politiche della stessa; la mancata riconferma, nel mese di gennaio scorso, dello “smart working (nonostante il proprio status invalidante e di handicap) e di “dipendente fragile” con l’attestazione del Medico fiduciario dell’ente; l’essere stato costretto a ritornare in ufficio “in presenza” (dove, all’epoca, era ancora “consigliato” l’utilizzo dei “DPI” Dispositivi di Protezione Individuale che non gli vennero “non consegnati”, tanto da essere colto da malore ed essere soccorso, in “codice rosso”, dall’ambulanza del 118 e trasportato all’Ospedale di Sciacca); la mancata concessione del rinvio (contrattualmente previsto) delle ferie al fine di potere assistere la coniuge ricoverata e che da lì a poco si sarebbe dovuta sottoporre ad un delicato intervento chirurgico fuori provincia; il proprio collocamento in “ferie d’ufficio” (Puccio sostiene che in quella circostanza fu l’unico dipendente della sede di Sciacca ad essere sottoposto a tale provvedimento nonostante le valide e motivate ragioni rappresentate); il demansionamento nelle funzioni subito nel luogo di lavoro; ed ancora il trasferimento di sede lavorativa, nonostante la propria condizione invalidante, da Sciacca ad Agrigento: 70 chilometri di distanza dalla sede di residenza del nucleo familiare.
Tutti questi episodi sono già stati oggetto di esposti che Puccio ha inviato anche al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed alla Ministra della disabilità Alessandra Locatelli.
Puccio ha, inoltre, denunciato la condizione “isolamento” nella quale è stato relegato durante lo “smart working”: un giorno, soltanto dopo diverse ore di lavoro trascorsi alla propria consolle di lavoro, si rese conto che gli uffici dell’ Ente erano chiusi “in via straordinaria” e che nessuno gliene aveva dato notizia.
In questi giorni a Puccio è stato notificato da parte dell’Ente il provvedimento di proroga dello “smart working” (Disposizione n. 26 del 4 luglio 2023) con decorrenza 4 luglio.