I Carabinieri del Reparto Territoriale di Gela, questa mattina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito delle indagini preliminari dal GIP del Tribunale di Gela, nei confronti di 5 persone – due in carcere, una agli arresti domiciliari, due sottoposte all’obbligo di dimora e di presentazione alla P.G. – indagate, a vario titolo e in concorso tra di loro, per tentato omicidio aggravato dalla premeditazione, detenzione di armi da fuoco e munizioni, tentata estorsione, furto aggravato, ricettazione e danneggiamento seguito da incendio di un’attività commerciale. In carcere: Orazio Pisano 63 anni e Giuseppe Pisano 38. Domiciliari: Gerlando Salamone 71 anni. Obbligo di dimora: Fabio Russello 42 anni, Vincenzo Alberto Alabiso 23 anni.
In particolare, gli indagati si sarebbero dedicati, con vari compiti e ruoli, al racket della raccolta della paglia sui territori di borgo Manfria e contrada Mangiova, agri del comune di Gela. In tale contesto agro-pastorale sarebbe maturato il tentativo omicidiario, avvenuto il 03 luglio 2021 nelle campagne di Contrada Borgo Manfria, nei confronti di un bracciante agricolo, Carmelo Palmieri, che si era opposto agli atti intimidatori posti in essere per impedirgli di lavorare in quelle zone.
Agli indagati viene contestato anche un episodio estorsivo, culminato con il danneggiamento seguito da incendio di un’attività commerciale gelese, per la precisione un caseificio.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Gela e sviluppate dal luglio 2021 dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile del Reparto Territoriale Carabinieri di Gela, hanno evidenziato la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza nei confronti:
− del mandante e di uno degli esecutori materiali del tentato omicidio, nonché dei soggetti che avrebbero rubato l’autovettura utilizzata per commetterlo;
− dei soggetti che avrebbero commesso una serie di estorsioni attuate per avere il controllo del business della raccolta della paglia.
È doveroso rilevare che gli odierni indagati sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.
Nel corso delle indagini, quale attività di riscontro, è stato sequestrato un arsenale di munizioni di vario calibro nella disponibilità degli indagati rinvenute occultate in un terreno nella disponibilità di un indagato.