La Corte di Assise di Appello di Palermo, confermando la sentenza di primo grado, ha condannato a ventidue anni di reclusione Carmelo Rubino, 72 anni di Canicattì, per l’omicidio dell’agricoltore e vicino di terreno Vincenzo Sciascia Cannizzaro, 68 anni. Confermata la circostanza dei futili motivi ed esclusa l’aggravante della premeditazione. L’imputato è difeso dagli avvocati Diego Guadagnino e Francesco Gibilaro. La parte civile è rappresentata dall’avvocato Lillo Fiorello. La vittima venne uccisa a colpi di pistola la mattina del 27 settembre 2019. Alla base del delitto antichi dissapori tra i due vicini legati ad una strada di accesso in comune ai due terreni. Ruggini che col tempo si sono intrisi di rancore fino all’ultima, fatale, discussione. Cannizzaro, trovando sbarrato l’accesso alla stradina, chiamò l’avvocato per denunciare Rubino. Quest’ultimo, al culmine di una lite, gli sparò davanti al vigneto. L’assassino, dopo l’omicidio, tentò anche una fuga prima di essere fermato da polizia e carabinieri.Lo scorso anno la Corte di Assise di Agrigento condannò l’imputato a ventidue anni di reclusione escludendo però l’aggravante della premeditazione. La difesa di Rubino ha sempre sostenuto che l’uomo avesse agito per legittima difesa. L’accusa, sostenuta in aula dal sostituto procuratore Paola Vetro, aveva invece chiesto l’ergastolo. Adesso arriva il secondo grado di giudizio con cui viene confermata interamente la decisione dei giudici di Agrigento.
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