Raccolta firme a Castrofilippo: Salviamo l’ospedale di Canicattì, Comitato pro ospedale non si ferma!
Di Danila Bonsangue.
Il comitato civico pro ospedale Barone Lombardo di Canicattì, non molla, prosegue la raccolta firme per salvare l’ospedale. Questa mattina 12 giugno, Leonardo Di Stefano, Gino Cilia e Salvatore Rampello, sono stati al mercato settimanale di Castrofilippo e hanno raccolto più di 500 firme. I rappresentanti del comitato sono stati chiamati sul posto da Tonino Lo Brutto ex consigliere comunale di Canicattì e dal vigile urbano Agro’ e dalla moglie. Ovviamente Castrofilippo ha bisogno dell’ospedale Barone Lombardo così come tutti i comuni limitrofi a Canicattì. Sono 14 i comuni serviti dal nosocomio Canicattinese. Le firme che il comitato continua a raccogliere verranno inviate al Ministero della salute e a quello degli Interni.
Documento del 18/05/2023
COMITATO CIVICO PRO OSPEDALE “BARONE LOMBARDO” DI CANICATTI’, condizione dell’Ospedale:
Come previsto dal Decreto Assessoriale sulla Riorganizzazione Ospedaliera del 2017, l’Ospedale di Canicattì dovrebbe attestarsi con n.128 medici suddivisi nelle diverse specialità; sempre di tal tenore in termini di consistente presenza di medici fanno testo Decreti Assessoriali degli anni 2015 e 2016; altresì gli Atti Aziendali approvati dall’Asp di Agrigento, ratificati ed approvati dall’Assessorato Regionale alla Salute, hanno sempre rappresentato che le specialità mediche fossero sempre attive ed operative, secondo le funzionalità di norma, nell’Ospedale; nei fatti, tutto ciò non ha corrisposto al vero, si è riscontrata una ridotta presenza di medici circa n.45, di infermieri, di operatori socio-sanitari. Tutto ciò costituisce il ragionevole presupposto, da cui inevitabilmente ne discende la convinzione, che determinati aspetti rinvenibili, che di seguito rappresentiamo, siano attendibili, e lasciano dedurre l’insussistenza dei livelli di assistenza all’Ospedale, che si traduce nella reale considerazione che il paziente/cittadino subisca disagi e rischi per la propria salute, tal che quest’ultimi sono costretti a migrare in altri Ospedali fuori dalla provincia e regione, e cìò nonostante l’impegno indiscutibile profuso dal personale in servizio. Si evince che:
-il Reparto Chirurgia è ormai ridotto ai minimi termini come Medici; il Dott. Zanchi è stato costretto a dimettersi, poiché dopo reiterate sollecitazioni affinché si integrasse l’organico dei Medici, non ha ricevuto alcuna risposta esauriente dalla Direzione strategica aziendale dell’Asp; ciò ha comportato il blocco dei ricoveri ed interventi e la conseguente disposizione di trasferire i pazienti da sottoporre ad interventi urgenti all’Ospedale di Agrigento; le dimissioni del Dott. Zanchi hanno comportato il blocco anche di semplici, in termine di tenore chirurgico, esami endoscopici – gastroscopia, colonscopia – che sono importanti poiché fanno parte del programma di prevenzione dei tumori; peraltro per far fronte alle dimissioni del Dott. Zanchi, risulta almeno che l’Asp abbia stipulato un contratto oneroso a tempo determinato con un chirurgo in pensione, che nei fatti assicurerà gli interventi ordinari, mentre sottolineiamo la gravità che le urgenze, a qualsiasi ora, saranno svolte dall’Ospedale di Agrigento, con i rischi derivanti dal tempo del viaggio per raggiungere tale Ospedale; pertanto è assolutamente necessario che il reparto venga riclassificato come Unità Complessa invece di Unità Semplice con la dotazione organica del relativo Personale e correlato blocco operatorio;
– il servizio di Anestesia, in atto è privo di stabili Anestesisti, viene svolto da Anestesisti dell’Ospedale di Agrigento che svolgono a turno con la seguente successione: n.2 la mattina di cui n.1 per la chirurgia ordinaria e n.1 per le altre necessità dell’ospedale (se di mattina esclusivamente si innesca un intervento di urgenza, gli interventi di elezione vengono bloccati del tutto); il turno pomeridiano e notturno se si innesca un’urgenza viene assicurato da un solo anestesista reperibile, che parte da Agrigento e per arrivare impiega nella migliore delle ipotesi 45 minuti;
-il Centro Trasfusionale, era uno dei migliori nell’ambito dell’ASP provinciale, quindi per una continua azione di smobilitazione che sta investendo il nostro Ospedale, è stato letteralmente svuotato di personale e di apparecchiature, tale Centro svolge sino alle ore 14,00, e al verificarsi nel pomeriggio o di notte delle urgenze che necessitano di trasfusione, parte un’autoambulanza per andare a prendere ad Agrigento le sacche di sangue necessarie (da considerare i tempi ed i rischi per il paziente, per i ritardi che incombono);
-per i reparti di Ostetricia e Ginecologia, vi sono attualmente n.6 Dirigenti Medici a fronte di una pianta organica che prevede n.9 Dirigenti Medici oltre ad un Direttore dell’unità operativa, le Ostetriche in servizio sono n.8 di cui n.2 con limitazione funzionale, che non possono assicurare i normali turni poiché dovrebbero essere in regolarità almeno n.14; si ritiene che la Direzione Strategica dell’ASP con le scelte operate nel tempo abbia danneggiato il Punto Nascite di Canicattì poiché non attivato il servizio di “parto analgesia” che permette di contenere il dolore da parto, che costituisce un Livello Essenziale di Assistenza, tutto ciò ha comportato e potrebbe comportare una migrazione di massa delle gravide ad Agrigento o in altri Ospedali con conseguente calo delle nascite a Canicattì e con il correlato effetto del rischio di chiusura del nostro punto nascite;
-il reparto di Pediatria co l’annesso servizio di Neonatologia, va giustamente incrementato nel personale e nelle apparecchiature;
-l’ambulatorio di Neurologia è stato improvvisamente soppresso, questo rappresentava un punto di riferimento di assoluta eccellenza che riusciva a soddisfare le esigenze di un’utenza fragile quale è il paziente neurologico – anziani con patologie tipo ictus, emorragie cerebrali, degenerative – è stato diretto dalla Dott.ssa Guicciardini (alla quale va ancora oggi il ns. plauso per come ha operato nell’ambulatorio); comprendete la gravità di pazienti fragili privati dell’ambulatorio;
-il Pronto Soccorso, a causa di carenze del personale e di apparecchiature bio-medicali, non è nelle condizioni minime previste per norma ad espletare pienamente la propria funzione, con gravi rischi che il soccorso non venga tempestivamente assicurato; sono state diffuse notizie di adeguamento e miglioramento, ma nei fatti nulla si è prodotto, necessita di immediati interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, non è adeguato al bacino di circa n.100.000 utenti;
-il Servizio di Psichiatria di diagnosi e cura, è chiuso da anni con conseguente gravissimo danno alla popolazione del Distretto Sanitario, e dispendio di risorse per i trasferimenti al fine del ricovero di pazienti acuti; gli infermieri che prima erano presso detto SPDC sono stati trasferiti al Centro di Salute Mentale, dove mancano i Medici (in atto n.2/3), quindi infermieri in sovrannumero, le visite non si possono fare (per carenza Medici), liste di attesa che si allungano nel tempo; nel passato i pazienti dei Comuni del Distretto erano serviti con un servizio ambulatoriale e domiciliare psichiatrico locale, le terapie venivano somministrate ed eseguite anche a domicilio con soddisfazione dei pazienti e delle famiglie ed il risparmio notevole del costo dei ricoveri – oggi non disponiamo più né assistenza domiciliare né ricoveri, con gravi possibili rischi derivanti da gesti inconsulti e violenti che possano scaturire da pazienti affetti da turbe;
– inattivi seppur previsti per norma e visto l’essenziale fabbisogno, i reparti di Ortopedia e Traumatologia, Lungodegenza (aperto nel 1999 e successivamente chiuso); e ridotti drasticamente i Medici, tale che risulta gravoso per i Medici presenti lo svolgimento dei compiti, dei reparti di Pediatria, ed Oncologia;
– i Reparti di Cardiologia e di Unità Coronarica, ad alta sensibilità emergenziale, in atto opera con n.5/6 Cardiologi costretti a turni massacranti visto il numeroso accesso dei pazienti, quando i LEA, il Decreto ed il relativo fabbisogno espresso dall’utenza ne prevedono n.16 di cui n.11 in Cardiologia e n.5 in Utic; pertanto denunciamo il depotenziamento che a lungo andare potrebbe comportare la chiusura inaudita dei reparti; da tenere conto che in atto si assicurano servizi di eccellenza come impianti di pace-maker, quindi il reparto va rafforzato con la sostituzione del sistema di monitoraggio della terapia intensiva e post intensiva e la realizzazione necessaria di una sala operatoria di elettrofisiologia (impianti pace-maker) con dotazione di contro-pulsatore aortico e di poligrafo;
– il Reparto di Medicina, risulta che non abbia alcun medico in reparto la notte;
– Il Reparto Operatorio deve essere definito nel numero delle sale operatorie, ad oggi non lo è, in funzione della tipologia e complessità delle prestazioni per le specialità che debbono essere erogate e correlate al bacino di utenza e pazienti che assiste l’Ospedale;
-insufficiente e pertanto va rafforzato il reparto di Radiologia;
La Direzione Sanitaria dell’Ospedale, non è affidata da anni ad un Direttore Sanitario di Ruolo, ultimo avente titolo circa vent’anni fa la Dott.ssa Antonini; si sono succeduti negli anni sostituti facenti funzioni, anche Direttori di Reparto, con l’inevitabile incongruenza o possibile parzialità nella conduzione della maggiore carica, considerato il duplice incarico; verosimilmente talune carenze dell’ospedale possono essere anche stato il risultato di una non specifica assegnazione del ruolo di Direttore Sanitario a chi potesse essere di Ruolo specifico, e che avrebbe potuto elevare appropriatamente con veemenza le carenze dell’Ospedale, nei confronti della Direzione dell’ASP.
Riguardo il Servizio Ambulatoriale, si rileva la non adeguata attività dei servizi per lo scompenso cardiaco e del diabete mellito, ove nel passato si garantivano ai pazienti visite ambulatoriali e domiciliari programmate dagli stessi operatori del Distretto, evitando scompensi acuti e ricoveri; non viene più svolta l’attività di ambulatorio a gestione integrata per lo scompenso cardiaco, che riguardava il paziente dimesso dall’ospedale, il quale veniva preso in carico congiuntamente dal medico di medicina generale e dal cardiologo del Distretto, tale che si condivideva fra loro la terapia di volta in volta dopo i controlli.
Facciamo presente di talune situazioni che gravano nell’amministrazione sanitaria dell’ASP di Agrigento, con influenza e certamente ripercussioni nelle prestazioni dell’offerta sanitaria.
Dall’ultimo Report pubblicato dall’ASP nell’agosto del 2022 risultano dipendenti, a tempo indeterminato, n.109 Medici con un’età fra i 60 ed i 64 anni, n.122 Medici ultra sessantacinquenni e n.195 Infermieri ultra sessantenni, che nell’immediato 1/3 anni massimo andranno in pensione, cesseranno l’attività; ebbene a tutt’oggi non si intravede un programma di assunzioni a tempo indeterminato con debito concorso pubblico, tale che si dia certezza di continuità nell’offerta delle prestazioni sanitarie ed anche nei confronti dei Medici ed Infermieri che certamente debbono assicurarsi una certa inequivocabile durata per poter svolgere in armonia la propria mission. Si rappresenta altresì, che l’ASP di Agrigento, come si evince dall’ultimo suo Report, ha assunto a tempo determinato con durata da 1 a massimo 3 anni n.105 Medici e n.314 Infermieri, oltre a n.42 unità a Co.Co.Co, seppur rientravano connessi al proprio fabbisogno ordinario e pertanto andavano simili unità assunti a tempo indeterminato, come prevedono le norme, con procedure selettive e concorso pubblico, quindi non si comprendono tali scelte e i criteri di selezione, che oltre a non garantire quella continuità di presenza all’interno delle strutture sanitarie, che significa quella maggiore attenzione del personale verso i pazienti bisognevoli di continuità di cura e assistenza; tale condizione precaria, per il Personale può comportare il rischio di insicurezza lavorativa e di sfiducia. Quindi infine chiediamo all’ASP di Agrigento, visto i dipendenti Medici ed Infermieri a tempo indeterminato che andranno in pensione a breve, se l’ASP si pone la questione della sostituzione a tempo indeterminato di tali figure professionali fondamentali. Annualmente cessano l’attività fra i n.55/60 Medici ed ad oggi non si intravede alcun Concorso pubblico selettivo almeno per rimpiazzare gli uscenti
L’ASP di Agrigento, complessivamente (sia per le attività degli Ospedali che per i PTA ed altri servizi territoriali): ha ridotto il Personale Medico a tempo indeterminato che, da n.628 unità del 2018, è passato a n.559 unità del 2021 (ultimo dato pubblicato nel 2022), quindi meno 69 medici (-11%); ha incrementato i Medici a tempo determinato (precari) che da n.96 del 2018, sono passati a n.105, quindi più 9 medici, pertanto vi è stata una diminuzione netta di 60 Medici, e comunque già si era sotto organico paurosamente nel 2018, e hanno aggravato ulteriormente la situazione.
Per quanto riguarda gli Infermieri, a tempo indeterminato nel 2018 erano n.1178, nel 2021 sono passati a n.1111, quindi una riduzione di n.67 Infermieri; di contro gli Infermieri a tempo determinato (precari), da n.67 del 2018, sono passati a n.314 del 2021 quindi un più n.247 Infermieri; pertanto vi è stato un incremento netto di n.180 Infermieri. Tuttavia precisiamo che stante la media regionale di 3,6 Infermieri ogni mille abitanti destinati agli Ospedali (la media nazionale è di 4,5), non trova attuazione negli Ospedali in provincia di Agrigento, cui stante il numero di abitanti, dovrebbe attestarsi a n.1600 oltre agli Infermieri destinati ai PTA ed agli altri servizi sanitari di base; pertanto il ritrovarsi con n.1425 Infermieri complessivi è oltremodo insufficiente, quando se ne dovrebbero disporre complessivamente di circa n.2000, da destinare esclusivamente negli Ospedali.
L’Asp di Agrigento introita circa € 800 milioni annui, dato trascritto nel proprio Bilancio, somme che vengono percepite in relazione alle attività, congiuntamente con risorse della Regione Sicilia e dello Stato Centrale-Ministero della Salute, risorse che vengono assunte dall’Assessorato Regionale alla Salute e che vengono ripartite all’ASP di Agrigento come alle altre Province Siciliane pro-capite; pertanto non si comprende come le ASP delle province di Palermo, Catania, Messina dispongano (al di là dei centri di eccellenza tipo Ismett), per i propri Ospedali di Medici ed Infermieri e Posti letto in misura adeguata e corrispondenti rispetto ai parametri dei LEA, e che altre Province Siciliane abbiano si, carenze di Medici, ma nessuna delle province Siciliane ha l’enorme carenza di Medici ed Infermieri che vi è negli Ospedali Agrigentini, circa n.600 medici e n.500 Infermieri mancanti.
I Cittadini di Canicattì, Campobello di Licata, Ravanusa, Camastra, Naro, Castrofilippo, Grotte e Racalmuto e di altre Città confinanti quali Delia, Serradifalco, chiedono e reclamano gli interventi necessari affinché vengano rese efficienti ed efficaci le Specialità Mediche previste per il P.O. Barone Lombardo di Canicattì e vengano normalmente assicurati i Servizi Ospedalieri di Base, con il Personale relativo necessario.
Il Comitato, portavoce delle richieste e dei bisogni dei Cittadini, trasmette e si associa al Loro ringraziamento ai Medici, Infermieri ed Operatori Sanitari, che in atto e da tempo si prodigano con sacrificio, a causa dell’enorme carenza di organico, svolgendo in modo indefesso la delicata ed importante missione a tutela della salute.
COMITATO CIVICO PRO OSPEDALE “BARONE LOMBARDO”
DI CANICATTI’
I sottoscritti: Castellano Salvatore nato a Canicattì il 31/07/1945; Licari Salvatore nato ad Agrigento il 06/05/1959; Di Stefano Leonardo nato a Canicattì il 14/01/1949; Rampello Salvatore Mario nato in Svizzera il 06/10/1967; Cilia Luigi nato a Canicattì il 26/06/1948; Avanzato Gioachino nato a Canicattì il 27/01/1960; Lombardo Agostino nato a Canicattì il 07/05/1993; Guarneri Gioachino nato a Canicattì il 10/09/1958; Narbone Pietro nato a Canicattì il 15/3/1953, Castellana Gioacchino nato in Germania il 13/10/1965; Treppiedi Salvatore nato a Enna il 19/04/1957, componenti del Comitato Civico Pro Ospedale Barone Lombardo di Canicattì con sede in Canicattì in Via Eugenio Montale n°26, portatori dell’interesse pubblico diffuso della Tutela della Salute.