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L’onorevole di Sciascia nella trasposizione di Gaetano Aronica. Si conclude a Racalmuto un tour di grande successo.

NELLA TRASPOSIZIONE DI GAETANO ARONICA UNA RINNOVATA SPERANZA PER UNA POLITICA CHE, PURTROPPO, RIMANE CON LA “P” MINUSCOLA. A VINCERE SU TUTTO L’UOMO CON LE SUE CONTRADDIZIONI.

Quando scrive Leonardo Sciascia viene fuori in maniera prorompente e chiara la sicilianità di un messaggio che, proprio perché originario da questo ombelico che è la Sicilia, diventa “mangime” universale.

Sciascia non è un autore teatrale e la sua “Non commedia”, così come lui stesso definì la sua opera teatrale, segue esattamente l’impostazione dei suoi scritti. Scarni ed essenziali, senza orpelli. Il contesto diventa protagonista a scapito del linguaggio e le parole diventano però pietre. Pesanti.

Un testo così non è certamente cosa semplice per chi lo deve mettere sul palco. Si rischia di non fare “vivere” i personaggi o di sminuirne il messaggio dando troppa “evidenza” ai personaggi. Gaetano Aronica ha il prezioso “difetto” di essere figlio di questa terra. Si è impossessato di questo pregevole testo e lo ha fatto proprio al punto di riscriverne alcune parti. Detta così tale affermazione potrebbe “tuonare” come una dissacrante opera di stravolgimento del copione ma la “cultura del rispetto” fa parte della personalità dell’uomo di teatro che Gaetano è.

Con rispetto e con rigore professionale ha studiato ogni angolo recondito del testo di Sciascia e nella sua interpretazione ha “posizionato” ogni suo movimento, ogni suo gesto, al giusto punto. Scenografia, costumi e personaggi sono sembrati proprio guidati da una regia di Leonardo Sciascia che immaginiamo divertito e compiaciuto di questa tanto libera quanto rispettosa trasposizione di Gaetano Aronica.

In questo “Onorevole” c’è un cast di alto livello con Roberto M. Iannone, Marcella Lattuca, Emanuele Carlino, Silvia Frenda, Fabrizio Milano, Viola Provenzano, Nicola Puleo e Pippo Crapanzano. Molto apprezzata la musica vellutata uscita dal vivo dal pianoforte dell’artista – maestro Salvatore Galante che da musica si fa personaggio accompagnando l’anima inquieta “dell’uomo sciasciano”.

Il finale “riscritto” da Gaetano Aronica lascia l’uomo con se stesso in una sorta di tragedia esistenziale tra la ragione e l’anima tra l’essere e l’apparire. E qui Pirandello dice la sua…

Gaetano si conferma grande professionista legato a doppia mandata con la sua terra e la grande umanità che essa contiene. La sua crescita professionale ha seguito negli anni un andamento esponenziale e possiamo affermare con certezza che oggi rappresenta con orgoglio il meglio della realtà teatrale siciliana.

(Calogero La Vecchia)

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