“La protesta delle tende portata avanti da migliaia di studenti in tutta Italia è soprattutto una questione di giustizia sociale” . Stamattina a gridarlo, unendosi alla protesta nazionale, sono gli studenti fuorisede che frequentano l’università degli studi di Palermo che hanno occupato il giardino di fronte l’edificio 19 di viale delle Scienze con decine di tende da campeggio per accendere i riflettori sull’emergenza alloggi e sul caro affitti in città. «Ci uniamo alla protesta nazionale – spiega Benedetto Gramasi dell’associazione Uniattiva – perché sebbene la realtà siciliana non possa lamentare gli stessi aumenti registrati nelle principali città del Nord e centro Italia, il fenomeno del caro affitti incide su un contesto socio economico sempre più depresso che combatte con stipendi ben al di sotto della media nazionale, al netto di costi e disservizi sui trasporti intraregionali che non hanno eguali con il resto della penisola. C’è poi il fenomeno degli affitti brevi destinati al comparto turistico che fa schizzare alle stelle i costi delle stanze per studenti e gli impone lasciarle con l’arrivo della bella stagione per lasciare spazio a una clientela internazionale che è disposta a pagare per pochi giorni la stessa cifra che noi studenti siamo costretti a sborsare per un mese intero».
Consultando un sito immobiliare che opera su Palermo, l’affitto medio per una sola camera è di 230 euro, con un aumento di più del 10% rispetto all’anno scorso. Se si aggiungono le spese per le utenze, quelle per i materiali didattici e quelle per vivere in città, le difficoltà iniziano a farsi sentire. Gli studenti chiedono maggiore attenzione da parte delle istituzioni regionali, nazionali e dall’ente regionale per il diritto allo studio.
«Tanti ragazzi non possono permettersi di studiare – spiega Giovanni Castronovo del Laboratorio studentesco autonomo – perché non hanno abbastanza soldi per pagare l’affitto, l’iscrizione all’università, il materiale didattico e le altre spese necessarie per vivere in una città che non è la propria. In Sicilia è un problema sistemico che riceve poca attenzione da parte delle istituzioni. Vogliamo essere ascoltati».
«Molti di noi – conclude Rosy Murania di Impronta studentesca – sono costretti a lavorare per pagarsi gli studenti e non gravare sulle proprie famiglie. Oppure devono accettare alloggi in condizioni fatiscenti pur di pagare un affitto economico».