Malagiustizia: Il garantismo negato, parla Alessandro Fucci (Aslimitaly)
Il garantismo perduto
Il termine garantismo indica una concezione politica che sostiene la tutela delle garanzie costituzionali del cittadino da possibili abusi da parte del potere pubblico.
Accanto a questa accezione del termine, negli anni 1970 si sviluppò un nuovo concetto di garantismo, legato al rispetto di una serie di diritti nel campo della procedura penale e incentrato sull’accertamento oggettivo della verità dei fatti, al di là di qualsiasi manipolazione e da qualsiasi arbitrio da parte del potere politico o giudiziario[9]. In risposta alla legislazione d’emergenza con cui la politica italiana tentava di fronteggiare il fenomeno del terrorismo, i giuristi d’orientamento progressista teorizzarono il primato dei diritti individuali di immunità e di libertà di fronte al potere punitivo dello Stato[10]. Significative a questo proposito le tesi di Luigi Ferrajoli, che riassumono, in dieci principi generali, un sistema di garanzie nella giustizia penale:
1. nessuna pena senza reato (principio di consequenzialità della pena al reato)
2. nessun crimine senza legge (principio di legalità)
3. nessuna legge penale senza necessità (principio di economia del diritto penale)
4. nessuna necessità di legge penale senza danno (principio della offensività dell’evento)
5. nessun danno senza azione (principio di materialità o esteriorità dell’azione)
6. nessuna azione senza colpa (principio di colpevolezza o della responsabilità personale)
7. nessuna colpa senza processo (principio di giurisdizionalità)
8. nessun processo senza accusa (principio della separazione tra giudice e accusa)
9. nessuna accusa senza prova (principio dell’onere della prova)
10. nessuna prova senza difesa (principio del contraddittorio)[11].
La storia che vi voglio raccontare oggi parte dall’entroterra sannita, ed è una storia di garantismo negato.
La paura della legge
Alessandro Fucci, classe ’77, tributarista sannita di lunga esperienza, presidente dell’associazione contro gli errori giudiziari Aslimitaly fondata nel 2017, è ormai stanco.
Stanco perché da 5 anni vive nell’incubo di essere perseguitato.
Coinvolto, a sua insaputa, nella locazione di un immobile, è stato vittima di un sistema criminoso orchestrato alle sue spalle.
A sua insaputa è stata apposta una firma falsa su un contratto di locazione, che lasciando impagate le mensilità ha fatto scattare pignoramenti e sanzioni, in alcuni casi condanne a ripagare le ingenti spese legali del processo.
La non veridicità della firma è attestata da una perizia calligrafica ordinata dal Tribunale id Benevento, ad un proprio CTU, che afferma ed attesta che la firma del Dott. Fucci, sul contratto di locazione, non è autografa, non è la sua, è stata apposta vigliaccamente da altri.
“E’ fatta- diceva l’avvocato difensore di Fucci– come possono condannarci a pagare se il loro Ctu afferma che le tue firme, non sono le tue, Alessandro!”
Ebbene non è andata propriamente così.
Dopo anni di riserve sulla sentenza, circa 5, dopo circa 400 querele consegnate da Fucci, che ha chiamato in giudizio persino il Giudice, causa che si discuterà nei Tribunali romani a brevissimo, la sentenza lo condanna a pagare le spese legali, e se uno paga le spese legali, è colpevole, mi direte voi.
E allora una perizia di un tecnico, a che serve?
Avete mai visto i polizieschi americani, quando la prova del Dna inchioda l’assassino?
Ebbene, questa faccenda, però non è un film, è la vita reale di un uomo, che è stanco di combattere. Alessandro oggi, vanta una struttura affermata in tutta Italia.
Salva le aziende in difficoltà, lavora per gli Enti pubblici, dalla Campania, alla Toscana, dal Piemonte all’Emilia Romana, fino ai Ministeri romani.
Combatte gli errori giudiziari, tutela i liberi cittadini e liberi imprenditori.
Ma è stanco, perché la sua credibilità non può essere intaccata da un evento così miserabile.
“Il mio studio si chiama allo stesso modo da 30 anni!” ci dice.
Quasi a dire che la sua faccia è una, ed è una faccia pulita.
Alessandro ricorrerà in appello, perché nonostante la stanchezza che dura ormai da 5 anni, non ci sta a farsi chiudere in faccia le porte di un Tribunale sgangherato!
“Lo devo ai miei sacrifici, e al mio team che crede in me e a tutto ciò che abbiamo creato insieme!”