Alessio Fardella, 35 anni, rimasto vittima nell’incidente di ieri sulla A-29 Palermo-Mazara del Vallo, sette anni fa era rimasto coinvolto in un inchiesta della polizia stradale sulle corse clandestine con le moto sia in autostrada che in città. Ieri pochi minuti prima del tragico schianto dove è morto anche Salvatore Tantillo, di 20 anni, i due insieme ad altri giovani sarebbero stati immortalati mentre sfrecciavano, all’altezza dell’aeroporto, a quasi 150 chilometri orari in direzione Palermo. Avrebbero partecipato ad una gara clandestina con una ventina di partecipanti che, dopo l’incidente, si sono dati alla fuga senza neanche fermarsi per sincerarsi delle condizioni dei due ragazzi morti sull’asfalto della Palermo-Mazara. È questa l’ipotesi sulla quale stanno lavorando gli investigatori della polizia stradale che hanno avviato le indagini dopo lo scontro tra un’auto parcheggiata nella corsia d’emergenza e lo scooter Sh su cui viaggiavano le due giovani vittime. Gli agenti della polizia stradale stanno passando al setaccio le immagini riprese dalle telecamere piazzate lungo l’autostrada.
Nel 2015 l’inchiesta che portò a cinquanta indagati parti da un incidente incredibilmente simile a quello dove hanno perso la vita i due giovani. A perdere la vita in quell’occasione fu Salvatore Sammartino, 23 anni, sbalzato dalla sella del suo scooter lungo l’A29, nella carreggiata in direzione Catania, all’altezza dell’ospedale Cervello. Anche quella volta, come ricostruito, la vittima si era schiantata contro un’auto ferma nella corsia d’emergenza. Fardella e Tantillo, entrambi nati e cresciuti nel quartiere Cruillas, avevano una passione sfrenata per le due ruote. Fardella era un meccanico esperto e si occupava proprio della preparazione di scooter con il Team Fardella motorsport. Il più giovane invece lo seguiva per imparare i trucchi del mestiere.