I giudici della Corte di Appello di Palermo, hanno inflitto 9 mesi di reclusione a Calogero Volpe, 58 anni di Agrigento, per il reato di lesioni personali. L’uomo è finito a processo perché accusato di avere spinto giù dalle scale l’ex fidanzata trentenne del figlio dopo una lite in famiglia. Rispetto alla sentenza di primo grado del Tribunale di Agrigento, che aveva inflitto un anno e otto mesi di reclusione, in appello i giudici hanno escluso l’aggravante dei futili motivi, ed hanno ridotto la condanna. La vicenda risale al 2017. La giovane, assistita dall’avvocato Vincenzo Caponnetto, si è costituita parte civile.
Il giudice monocratico del Tribunale di Agrigento Michele Dubini ha condannato a 8 mesi di reclusione Dante Macaluso, 43 anni, e a 6 mesi Calogero Manta, 37 anni, entrambi di di Racalmuto, con l’accusa di resistenza a Pubblico ufficiale. Il solo Macaluso rispondeva pure di guida in stato di ebbrezza alcolica. Dante, attraverso il suo difensore Gaetano Mattina, ha patteggiato la pena. Manta, assistito dal suo legale Gianfranco Pilato, è stato giudicato con il rito abbreviato. Il pubblico ministero Salvatore Caradonna, al termine della requisitoria, aveva chiesto la condanna a dieci mesi di reclusione ciascuno. La vicenda risale al 9 ottobre del 2021, quando gli agenti della polizia Stradale fermarono, nei pressi di Canicattì, un’Alfa Romeo guidata da Macaluso con a bordo l’amico. Il conducente, dopo l’alcol test, risultò avere un tasso che sfiorava il triplo del limite consentito. I poliziotti mentre stavano procedendo con la sanzione amministrativa, e il verbale di denuncia, sono stati prima minacciati di morte, e poi aggrediti.
Inflitti 4 anni e 8 mesi di reclusione, per violenza sessuale ai danni di una minorenne con disagio psichico, al rumeno Florin Sarbu, arrestato lo scorso ottobre dopo sei anni di ricerche. L’uomo era appena rientrato in Italia, quando è stato bloccato dalla polizia di frontiera dell’aeroporto di Fontanarossa di Catania. I fatti al centro della vicenda risalgono al luglio del 2015 ad Aragona. Le indagini sono scaturite dalla denuncia presentata dalla ragazzina. La Procura aveva ottenuto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ma l’uomo aveva già fatto perdere le proprie tracce recandosi all’estero. Nel frattempo il magistrato titolare del fascicolo aveva chiesto il rinvio a giudizio. Inizialmente il processo, davanti al Gup del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, era stato sospeso come prevede la legge per gli imputati irreperibili. Dopo la cattura il procedimento con il rito abbreviato è stato aperto e il pubblico ministero Cecilia Baravelli, al termine della requisitoria, aveva chiesto una condanna a cinque anni e otto mesi.