Ponte sullo Stretto: l’appello degli architetti agrigentini
La Mendola: “Auspichiamo che gli impegni assunti dal Governo Meloni siano concreti e che i “benaltristi” riflettano sulle posizioni assunte”
“Ponte sullo Stretto, ci risiamo: ogni qualvolta viene rilanciato il progetto per costruire una delle infrastrutture più importanti, non solo per il sud ma per l’intero Paese, immediatamente insorgono i “benaltristi” categoria che, unitamente a una politica prolissa di promesse elettorali mai rispettate, continua a zavorrare lo sviluppo economico della nostra terra.” È quanto afferma il presidente dell’Ordine degli Architetti di Agrigento, Rino La Mendola. “Sappiamo bene – continua – che in mancanza di un collegamento veloce tra la Sicilia e il resto del Paese, la nostra terra non sarà mai dotata di quella linea ferrata dell’alta velocità che consentirebbe al cittadino agrigentino di raggiungere, in tempi ragionevoli, le città del centro e del nord, partendo comodamente dalla stazione ferroviaria di Agrigento. Il collegamento veloce tra la Sicilia e il continente europeo produrrebbe peraltro una serie di effetti positivi per la nostra terra, richiamando nuove risorse e nuovi finanziamenti per il completamento dell’anello autostradale e il potenziamento dei porti della Sicilia centro-meridionale oggi sistematicamente ignorati dalle navi da crociera e dalle grosse imbarcazioni mercantili che transitano nel Mediterraneo, dirette ai Paesi del Nord-Europa. I nostri porti non sono infatti dimensionati per l’attracco di grosse imbarcazioni e, qualora lo fossero, non sarebbero comunque competitivi in quanto la merce scaricata non potrebbe raggiungere, in tempi ragionevoli, i Paesi del Nord Europa per la mancanza di collegamenti veloci, che non potranno mai essere garantiti se non viene realizzato il Ponte sullo Stretto. Questo non significa abbandonare l’idea di un aeroporto a servizio della Sicilia centro-meridionale, infrastruttura di importanza prioritaria per il nostro territorio, nella consapevolezza che quello agrigentino è uno dei pochi contesti territoriali italiani da cui non è raggiungibile uno scalo aeroportuale in meno di un’ora. Non facciamo però l’errore – ribadisce La Mendola – di auspicare il blocco del ponte in favore dell’aeroporto o viceversa: il nostro territorio ha bisogno di entrambi le infrastrutture, unitamente alla ferrovia veloce, alla chiusura dell’anello autostradale e al potenziamento del sistema portuale. Tornando al ponte sullo Stretto non possiamo di certo ignorare che per la progettazione dell’infrastruttura, dal 1981 da oggi, sono state buttate al vento risorse per un importo complessivo di circa un miliardo di euro. Auspichiamo, dunque, che gli impegni assunti dal Governo Meloni siano questa volta concreti e i “benaltristi” riflettano sulle posizioni assunte, nella consapevolezza che ogni ulteriore blocco del progetto alimenterebbe l’ennesima delusione dei cittadini che vivono in territori particolarmente gravati da un pesante gap infrastrutturale, come il nostro. Tutto ciò, con l’auspicio che sia la volta buona per realizzare concretamente il ponte e per sancire un’inversione di tendenza delle politiche del governo centrale nei confronti della nostra terra rilanciando quel piano di investimenti speciali invocato con forza non solo dagli architetti – conclude La Mendola – ma anche da tutte le professioni dell’area tecnica e dalle rappresentanze provinciali della società civile per il potenziamento del sistema integrato delle infrastrutture a servizio del territorio agrigentino.