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Acqua pubblica nell’Agrigentino: Grazie ai sindaci da sogno a incubo! 

Non si arresta il vento di commenti alle vicende del gestore pubblico, positivo per tenere alta l’attenzione su questo tema. Oltre a parlarne però occorre fare attenzione pure a come se ne parla. Tra i sindaci e accoliti si è passati molto velocemente dal “non disturbare il manovratore” e tacciare come nemico dell’acqua pubblica chi avesse qualcosa da ridire, al “più se ne parla meglio è”, forse perchè nel frattempo il manovratore (la maggioranza politica in seno all’assemblea di AICA) è cambiato. Abbiamo da sempre stigmatizzato questo sistema e le pratiche tornacontistiche che porta con se, avvantaggiando solo gli interessi di bottega, ma danneggiando sempre e comunque il bene comune e l’utenza. Le prove sono nei 18 mesi di vita del gestore pubblico appena trascorsi, zeppi di errori marchiani, di sostanziale indifferenza al dettato normativo, ai più basilari principi di trasparenza e di buon governo della cosa pubblica. Non abbiamo visto, ne vediamo, prese di posizione altrettanto perentorie sulle 23.000 utenze ancora forfettarie che portano un danno stimato di 4/5 milioni di euro l’anno alle casse di AICA. Non si vedono sindaci coraggiosi nel monitorare l’attuazione dei mai abbastanza strombazzati progetti REACT – EU e rifacimento rete idrica di Agrigento. Se è vero che il REACT-EU prevede la consegna dei lavori entro la fine di quest’anno, pena il ritiro del finanziamento di circa 50 milioni euro, vuol dire che l’azienda dovrà istallare con successo 530 contatori al giorno per 300 giorni (sabati e domeniche inclusi) in tutto l’ambito. Sulle reali possibilità di successo di questa impresa francamente non riusciamo a nutrire grandi speranze, anche perché non c’è neppure l’ombra di una gara d’appalto all’orizzonte, ma speriamo di essere smentiti. Cercasi sindaci dalle vesti stracciate per il pericolo più che concreto, di rifare alcuni tratti di condotta Agrigentina già rinnovata nel recente passato dal precedente gestore. C’è insomma il serio rischio di perdere questo e altri finanziamenti, in ragione dell’assoluta incompatibilità tra la reale tempistica di esecu- zione e la dead line delle misure sulle quali sono caricati i costi; di pagare le opere già fatte in pas- sato per due volte con gli altissimi prezzi attuali; di non pervenire mai alla distribuzione h24. Non basta, infatti, scrivere su carta che i lavori dureranno solo 300 giorni, poi bisogna veramente riuscirci! Non si vedono sindaci indignati per aver votato l’aumento delle tariffe a tutte le utenze regolari (le forfettarie non sono contemplate) senza aver prima fatto il possibile per abbassare le molteplici voci di spesa che portano AICA a fondo e porteranno i consigli comunali a dover ripianare una parte delle perdite di bilancio, scaricando i costi, ovviamente, sui cittadini. Nessun indumento divelto dunque per il trattamento riservato all’utenza, per la quale l’avventura di AICA e del gestore pubblico si sta trasformando rapidamente da sogno in incubo. Finchè i Sindaci non si renderanno conto che “il primato della politica” per il SII, si deve attuare rinunciando nettamente all’occupazione di poltrone, a destra e a sinistra, ma perseguendo buone pratiche attuate da competenti membri del CDA, si andrà soltanto nella direzione indicata dal dlgv 201 del 2022 o dall’Assessorato regionale all’energia: PRIVATIZZAZIONE che cercheremo, con ogni mezzo democratico, di scongiurare!

La Consulta di AICA il Presidente Alvise Gangarossa

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