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Aragona, lettera degli amici di Raimondo Giglia: Non tutti i giovani sono violenti e senza valori! 

Gli amici di Raimondo Giglia, il ragazzo di Aragona, di 26 anni, morto a carnevale, in seguito ad uno spaventoso incidente stradale avvenuto alla zona industriale di Agrigento, hanno scritto questa lettera: 

Quella che vogliamo raccontare non è una vicenda accaduta in un fine settimana di febbraio, la quale potrebbe essere oggetto di chiacchiere da salotto o di ipotesi pseudo investigative, ma un’amara, dolorosa, tragica storia di violenza e morte.

Teatro di tutto ciò è un periferico paese di una ancor più periferica provincia, dove i pochi giovani rimasti e non ancora “emigrati”, cercano di creare una serata di sano svago e fresca leggerezza.

Il carnevale è ormai prossimo e i pochi ragazzi di cui sopra hanno allestito con grande IMPEGNO un piccolo carro allegorico per la propria gioia e quella degli ALTRI (vedi i bambini).

Il sabato di carnevale inizia la classica sfilata e tutto procede in un clima di allegria e spensieratezza. Ma ad un tratto ecco presentarsi un nutrito gruppo di facinorosi forestieri, desiderosi solo di attaccare briga ed aggredire in modo grave ed assolutamente gratuito tre dei suddetti ragazzi.

Vi chiederete a questo punto di cosa quest’ultimi siano stati colpevoli?

Bhe, non c’è risposta, se non il pretesto addotto dagli aggressori di aver guardato la fidanzata di uno di loro. In men che non si dica i tre giovani si sono ritrovati con il viso tumefatto tra L’INDIFFERENZA GENERALE ed il tardivo intervento dei POCHISSIMI ESPONENTI delle forze dell’ordine presenti alla sfilata.

“Cronaca di una solita rissa tra giovani che hanno alzato il gomito” direte voi, ma non è affatto così: innanzitutto  perché tale affermazione rimanderebbe a quello stereotipo ormai consolidato secondo cui TUTTI I GIOVANI SONO SFACCENDATI, RISSOSI, DEDITI ESCLUSIVAMENTE AI PIACERI IN CIMA AI QUALI L’ALCOOL.

In secondo luogo la suddetta affermazione farebbe pensare ad una sorta di assuefazione alla violenza giovanile da parte del mondo adulto.

In questa sede noi vogliamo da un lato combattere i deleteri stereotipi sul mondo giovanile che è anche rappresentato da gente che STUDIA, LAVORA, COLTIVA PASSIONI, RACCHIUDE VALORI e dall’altra cercare di capire da dove ha origine quella violenza che, verosimilmente viene predicata da certa gioventù.

Su questo, a nostro avviso, dovremmo interrogarci tutti (GIOVANI E NON) e ripristinare quel dialogo fatto di parole e non di gesti aggressivi, attraverso un impegno comune che veda coinvolte famiglie ed istituzioni.

È di scottante urgenza invertire la rotta rispetto a ciò, poiché il prezzo da pagare non sta solo nel curare visi tumefatti, ma soprattutto nel piangere inconsolabilmente la tragica fine di un ragazzo BUONO, TRANQUILLO E DI SANI VALORI, che ha avuto l’unica colpa di manifestare l’altruismo connaturato alla sua persona e di essere fino in fondo un BUON AMICO.

Giovani arrabbiati, delusi e schiacciati da una vicenda più grande di loro.

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