“Chiudere oggi per non chiudere per sempre”.
Confsanità Agrigento partecipa alle iniziative di protesta contro il silenzio assordante dell’Assessorato regionale alla sanità. Un silenzio incomprensibile verso chi esegue più dell’80% delle prestazioni sanitarie richieste dai cittadini siciliani.
Così come concordato il 04 febbraio scorso a Caltanissetta, nell’ambito dell’Assemblea Generale della sanità privata convenzionata siciliana, il comparto si prepara ad uno sciopero generale, che vedrà coinvolte le 1.800 strutture private isolane che si ritroveranno, il 24 febbraio prossimo davanti alla sede dell’Assessorato regionale alla Salute per fare sentire la propria protesta.
Inoltre, Antonella Danile presidente di Confsanità Agrigento, ricorda che dal 21 al 24 febbraio, scatterà anche la chiusura totale degli ambulatori delle strutture sanitarie e medici privati convenzionati s.s.n. di tutta la regione siciliana (fisioterapia, radiologia, cardiologia, laboratori d’analisi, odontoiatri etc).
“I nostri assistiti devono essere consapevoli che il loro diritto ad essere curati e alla scelta del luogo in cui farsi curare non può essere minimamente scalfito-dichiara Antonella Danile-L’assistenza sanitaria non può venire meno e deve essere garantita a tutti, soprattutto in una società come la nostra, dove tanta gente vive una difficile condizione economica”.
Tutto ciò comporterà, inesorabilmente che migliaia di prestazioni giornaliere di visite, esami e prestazioni non verranno eseguite dalle strutture sanitarie e dai medici privati convenzionati.
Senza il necessario aumento dei fondi messi a disposizione delle strutture sanitarie, che operano in tutto il territorio regionale e, che rendono le prestazioni al popolo siciliano, la Regione Siciliana non fa altro che decretare, inesorabilmente, il fallimento di 1.800 strutture, con circa 15 mila dipendenti.
Se il problema non dovesse rientrare al cittadino siciliano resta la sola scelta di affrontare il costo di ogni singola prestazione oppure inserirsi nelle lunghe liste d’attese degli ospedali e delle ASP, venendo meno una libertà di scelta essenziale.
“Davanti a tale inerzia, bisogna dire basta. Ribadiamo-dichiara Antonella Danile-che questa situazione è inaccettabile e serve risolvere le criticità in cui versa il comparto con urgenza. Si rende necessario un auspicabile e immediato cambio di rotta da parte dell’Assessorato Regionale alla Sanità che, ad oggi, si sta assumendo una grave responsabilità, quella di non poter garantire il diritto al lavoro e sopra ogni cosa il diritto inalienabile alla salute per tutti i siciliani, soprattutto per le fasce più deboli”.
Riusciremo a raggiungere l’obiettivo di salvaguardare tutta la sanità siciliana e superare questo difficile momento stando insieme, cittadini, strutture sanitari, medici e ambulatori privati convenzionati.