Simone Luglio e Giovanni Santangelo ne “L’Ultima Estate. Falcone e Borsellino 30 anni dopo” di Claudio Fava a Campobello di Licata
UN GRANDE SUCCESSO CARICO DI EMOZIONE E DI PASSIONE IN UNA INTERPRETAZIONE MAGISTRALE DI GRANDE EFFETTO
La Memoria e il ricordo non bastano mai. Siamo esseri inconsapevolmente impastati di passato, ed in questo sta il segreto della nostra umanità. Lo scrigno dell’essere uomini. Un uomo senza Memoria è un albero senza radici. Una sorta di manichino di plastica che non porta con sé alcun significato.
Di Falcone e Borsellino se ne parla. A parlarne sono in tanti, mai troppi. Non sempre, però, si fa giustizia della Memoria dei Giudici-martiri. “L’ultima estate” nasce dall’ingegno di Claudio Fava. Il solo nome basta per essere garanzia “preconcetta” di assoluta bellezza culturale. Non è retorica. Chi, come me, ha seguito Pippo Fava nelle sue battaglie sociali contro il potere e soprattutto contro la mafia capisce. La penna di Pippo Fava era figlia di un verismo “sul campo”. La sua capacità di narrare, raccontare e documentare era coinvolgente e penetrante. Claudio Fava ha creato un testo teatrale bellissimo. Fatti, documenti e situazioni sono stati “cristallizzati” in un succedersi di dialoghi che lasciano senza respiro gli spettatori. “L’ultima estate” non è solo la sintesi dell’umanità che legava i due giudici ma rappresenta un docu-teatro da incasellare tra le pagine più “belle” della Memoria di Falcone e Borsellino. Ogni parola sembra (e lo è!) pesata e opportunamente collocata e alla fine dello spettacolo ci si porta dietro uno zaino pieno di rabbia, ma pesante di emozioni, quelle emozioni che ci fanno sperare in un futuro migliore.
Un testo così “importante” diventa, per chi decide di rappresentarlo, una responsabilità schiacciante. Simone Luglio e Giovanni Santangelo sono riusciti ad “impossessarsi” di questi due grandi personaggi per restituirli sul palco più “veri” della stessa realtà. Lo spettatore ha l’impressione di trovarsi in mezzo a Falcone e Borsellino, tra le loro parole, i loro pensieri, le loro fragilità e la loro grande umanità. I due giudici sono sul palco assolutamente credibili e tutto questo è frutto di un grande lavoro di preparazione e di una regia sinergica al testo. La mano di Chiara Callegari è riuscita a rendere il tutto legato da un filo continuo pronto ad evidenziare, collegare, trasportare e scuotere. All’auditorium “prof. Graci” di Campobello di Licata il pubblico ha sottolineato con lunghi applausi tutto lo spettacolo che è stato ripetuto anche per le scuole. Gli alunni di tutti gli ordini di scuola sono rimasti molto colpiti ed emozionati seguendo in silenzio tutta la rappresentazione.
Simone Luglio ha ringraziato il sindaco Antonio Pitruzzella per la concessione dell’auditorium e tutti gli spettatori intervenuti. Noi ci auguriamo che questa rappresentazione riesca a trovare sempre più vaste platee per una “giusta” restituzione di una Memoria che deve rimanere sempre viva e alimentata da chi, con il suo talento, riesce a farlo “naturalmente” come Simone Luglio e Giovanni Santangelo. Bravi.
(Calogero La Vecchia)