Tra le vittime delle foibe – di cui il 10 febbraio di ogni anno si celebra il ricordo – ci sono due canicattinesi: ANTONIO DI GIOIA E ANGELO GARLISI. Antonio Di Gioia nacque a Canicattì – da Angelo e Maria Antonia Lo Giudice – nel 1922. Fu carabiniere della Legione di Trieste. Prestava servizio nel presidio di Draga Sant’Elia nel comune di San Dorigo della Valle che fu assediato – nella notte tra il 18 e il 19 gennaio 1944 – da forze partigiane titine italo-slovene. Il comandante, maresciallo Serafino Ingardia da Trapani, fu seviziato e ucciso sul posto. Tutti gli altri carabinieri – dieci – furono deportati. Su questa tragica vicenda abbiamo la testimonianza di Antonio Cigna: “Mia mamma mi raccontava che una colonna di prigionieri passava per il corso Vittorio Emanuele e la ‘za Mariantonia – la mamma di Di Gioia che era panettiera – lanciava pane a quei soldati sperando che magari qualche altra mamma – da qualche parte – stesse facendo lo stesso con suo figlio di cui non aveva notizie”. ANGELO GARLISI nacque a Canicattì – da Salvatore e Rosalia Ferraguto – nel 1898. Mentre era in servizio come agente scelto di Pubblica Sicurezza nella Questura di Trieste fu arrestato – nella sua abitazione di via Cereria 12 – da partigiani comunisti titini italo-sloveni e incarcerato. Fu deportato il 17 maggio 1945 e ucciso nelle foibe. Ai due martiri delle foibe il Comune di Canicattì ha intitolato due vie (Archivio Comunale – Determina del sindaco Vincenzo Corbo n. 82 del 25 agosto 2008). Le foto dei due caduti – accompagnate da brevi cenni biografici – sono state inserite nel volume “Giorno del Ricordo – 10 febbraio 2018” edito a cura dell’Associazione Nazionale Congiunti dei Dispersi in Jugoslavia che ha sede a Trieste. (GAETANO AUGELLO)
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