Domenica 22 gennaio 2023, a Palazzo Moncada, è stata inaugurata la mostra di disegni e vignette satiriche del compianto Oscar Dell’Aira intitolata “Disegni spettinati”. L’esposizione sarà visitabile fino al 28 gennaio. Alla presentazione della manifestazione sono intervenuti: il sindaco di Caltanissetta Roberto Gambino, l’assessore Giuseppe La Mensa (ideatore della manifestazione), Michelangelo Lacagnina (curatore della mostra), Fabio Lega (di Emergency), Marina Castiglione, Leandro Janni, Giuseppe Lombardo, Giuseppe Di Martino, Giuseppe Micciché, il fratello di Oscar Fabio Dell’Aira e i figli Daria, Federica e Ruben. Presenti anche moltissimi amici e amiche, parenti, ex colleghi di scuola venuti da Milano e tanti cittadini nisseni e non. Una presentazione, un racconto a più voci, pieno, caldo, commovente, divertente. Un’inaugurazione tra le più sentite e partecipate, per un’esposizione densa e leggera.
L’intervento di Leandro Janni
La “SATIRA” è composizione poetica che rivela e colpisce, con lo scherno o con il ridicolo, concezioni, passioni, modi di vita e atteggiamenti comuni a tutta l’umanità, o caratteristici di una categoria di persone o anche di un solo individuo, che contrastano o discordano dalla morale comune o dall’ideale etico dello scrittore – e sono perciò considerati vizi o difetti. Tuttavia, oggi il concetto di satira non è tipico esclusivamente delle composizioni poetiche in versi ma la sua applicazione si è estesa ad altre modalità di espressione. Il linguaggio satirico, espresso in diversi ambiti quali il costume, la società o la politica, ad esempio nei confronti di uomini e istituzioni pubbliche, viene oggi messo in pratica soprattutto attraverso giornali, vignette, spettacoli televisivi o teatrali (pensiamo a ciò che hanno fatto, ad esempio, Dario Fo e Giorgio Gaber). Nell’accezione più estensiva del termine, “fare satira” significa quindi rappresentare o descrivere persone e situazioni per sottolinearne, spesso in modo caricaturale, gli aspetti negativi, quale che sia il mezzo utilizzato.
L’etimologia della parola “satira” fa risalire questo termine al latino “satur” ossia “pieno” e, per estensione, “vario, misto”. In particolare, satira deriva dall’espressione “lanx satura”, ossia un piatto colmo di primizie da portare in offerta agli dèi. Per questo motivo, originariamente, gli spettacoli che combinavano diverse tecniche artistiche venivano chiamati proprio “satira”. Mi piace qui ricordare la definizione giuridica di “satira” della Corte di Cassazione: “Satira è quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene.” Aggiungo che la satira è un diritto costituzionale, che in Italia è garantito dagli articoli 21 e 33 della Carta.
La “VIGNETTA” [diminuitivo di “vigna”, allude ai tralci di vite]. Nel manoscritto medievale era la cornice vegetale ornata da foglie, per lo più di vite, alle quali sono talvolta intercalate delle figure grottesche; i tralci possono anche fuoruscire dall’iniziale ornata, proseguendo nei margini, oppure inquadrare un rettangolo, dando luogo a realizzazioni ornamentali variamente caratterizzate. “Vignetta” è anche illustrazione, figura stampata per ornamento nelle pagine di un libro, soprattutto all’inizio o alla fine di un capitolo, o anche in giornali. Con il temine “vignetta umoristica”, e più spesso semplicemente vignetta, intendiamo invece un disegno, integrato per lo più da un breve testo, che esprime, specialmente in giornali e riviste, una battuta di spirito, ironica, sarcastica o satirica: una v. politica, di costume; una v. spiritosa, poco spiritosa.
C’è nell’espressione “Disegni spettinati” tanto del carattere, dello stile, del modo di porsi, di fare, del modo di vedere e rappresentare il mondo di Oscar Dell’Aira. C’è ironia e soprattutto c’è autoironia. Una leggerezza “calviniana” – che è comunque sensibilità, complessità, capacità di introspezione senza mai la retorica, senza mai la pesantezza dell’esperto, del dotto; di colui che sa o che può. Oscar non si poneva mai al di sopra dell’altro. Il suo sguardo sulle cose, sul mondo non era mai uno sguardo dall’alto: al di sopra dei luoghi, delle vicende, delle situazioni. Egli era sempre e comunque dentro le cose, gli eventi, i luoghi. Accanto e insieme. Attento e discreto. Mai perentorio, assoluto – quantomeno nel confronto, nelle relazioni con gli altri. Ma sempre acuto. Il disegno, d’altronde, è esattezza, spirito critico, visione, responsabilità. Immaginazione. E in quello che potremmo anche definire “stile compendiario” egli aveva trovato la sua cifra artistica, espressiva.
Lo stile compendiario (dal latino compendium, con significato di risparmio, accorciamento, via più breve) distingue una pittura di veloce esecuzione, descritta per la prima volta da Plinio il Vecchio che ne attribuì l’ideazione a Filosseno di Eretria. Oggi lo stile compendiario è riferito anche a dipinti che, grazie alle innovazioni tecniche, si realizzano con grande rapidità. La pittura compendiaria a Roma è un tipo di pittura eseguita su oggettistica (ad esempio vasi o piatti). Essa è molto veloce e stilizzata: il pennello sfiora solo velocemente il supporto, su cui è stato fatto prima uno schizzo del disegno. Non vi è marcatura dei contorni, tutto appare spontaneo.
Tante volte abbiamo discusso con Oscar dello stile dei suoi disegni, delle sue vignette, dei suoi tipici, affettuosi ritratti. Di certo in essi si colgono riferimenti ai grandi vignettisti contemporanei: uno su tutti Giorgio Forattini; ma anche ai fumetti, alla pittura figurativa, al cinema (Fellini, che è stato anche un grande disegnatore satirico), al teatro, ai cantastorie. Su tutto, sempre e comunque, la voglia e la capacità di raccontare, di sorprendere, di far riflettere, discutere. E facevano certamente discutere, riflettere, nella nostra Città, le vignette che egli realizzava per il Giornale di Sicilia, o per il quotidiano La Sicilia. Forse troppo! E posso certamente dire di aver colto il suo rammarico, poco tempo fa, per non aver più visto pubblicate le sue vignette nei giornali locali.
Sin dall’Antica Grecia, d’altronde, la satira ha sempre avuto una fortissima impronta politica, occupandosi degli eventi di stretta attualità per la città (la polis), e avendo una notevole influenza sull’opinione pubblica ateniese, proprio a ridosso delle elezioni. Per questo motivo, è sempre stata soggetta a violenti attacchi da parte dei potenti dell’epoca, come nel caso del demagogo Cleone contro il commediografo Aristofane. Curioso è poi il fenomeno delle “statue parlanti”, iniziato nel XVI secolo con la comparsa a Roma di Pasquino, una scultura antica a cui venivano affissi componimenti anonimi (detti appunto pasquinate) che dileggiavano uomini di potere della città papalina, non di rado lo stesso Pontefice. Statue del genere erano diffuse anche in altre città italiane (ad esempio l’Uomo di pietra di Milano).
La filosofia dei Lumi usò largamente la satira, contro i dogmatismi della religione e i privilegi dei nobili. Esempi sono l’opera di Voltaire (Candido), di Montesquieu (Lettere persiane), di Giuseppe Parini (Il Giorno, opera didascalico-satirica). La libertà di parola, di espressione, indubbiamente, è stata una conquista del ’700. Fondamentale la Rivoluzione del 1789. Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo in Italia vi fu una grande fioritura di giornali satirici. Il più noto è L’Asino, fondato nel 1892 da Guido Podrecca e Gabriele Galantara, di indole socialista e anticlericale, decisamente critico verso il governo di Giovanni Giolitti.
Nel significato popolare contemporaneo, si tende a identificare la satira con una delle forme possibili dell’umorismo e, in qualche caso, della comicità; talvolta, poi, si intende per satira anche, indiscriminatamente, qualsiasi attacco letterario o artistico a personaggi detentori del potere politico, sociale o culturale, o più genericamente vi si include qualsiasi critica al potere espressa in forma almeno salace. Emblematico il caso della rivista di satira Il “Male” – fondata da Pino Zac e diretta fino alla chiusura da Vincino.
Altan, Forattini, ElleKappa, Giannelli, Staino, Vauro. Questi, gli autori protagonisti per tanti anni delle prime pagine dei giornali italiani, con le loro straordinarie vignette satiriche (veri e propri editoriali), a partire dagli anni ’70 fino ad oggi. Con la pervasiva diffusione delle tecnologie digitali, Internet gioca oggi un ruolo sempre più importante nella diffusione di messaggi satirici, grazie anche alle caratteristiche di libertà e democrazia – pur tra ambiguità e contraddizioni – che sono peculiari di questo mezzo.
Oscar Dell’Aira nasce il 22 gennaio 1954, a Caltanissetta. La sua infanzia si svolge tra l’amatissima casa in Viale Amedeo, insieme ai genitori Rina e Filippo e al fratellino Fabio, e la sgarrupata campagna dello Stazzone, la villa Amedeo, il viale regina Margherita, la Scuola elementare “San Giusto”, la parrocchia di “San Giuseppe”. I suoi luoghi del cuore, insieme alla spiaggia dorata e al cielo pieno di stelle di Manfria, in estate. Quante volte Oscar mi manifestò l’intenzione di andare a vivere in una casa in campagna (che avrei progettato io), ma poi, finiva sempre con il rinviare tale proposito, rimanendo nella casa di viale Amedeo. Dopo la quinta elementare, egli frequenta la Scuola media “Luigi Capuana”, quindi il Liceo Classico “Ruggero Settimo”. Inizia gli studi universitari in Medicina a Pisa dove, dopo aver dato la prima materia (Fisica) con un bel 30/30, decide di cambiare facoltà e si iscrive in Giurisprudenza a Catania. In effetti, credo che tale scelta abbia rappresentato un compromesso. Egli avrebbe voluto iscriversi in Architettura, se non all’Accademia di Belle Arti, considerata la sua passione per il disegno. Ma non lo fece. Dopo la laurea e diverse non significative esperienze lavorative, decide di intraprendere la carriera di insegnante. Lo accompagnai proprio io alla Stazione Ferroviaria di Caltanissetta, quando partì per il Nord Italia, alla volta di Pinerolo e Moncalieri. Poi Udine e poi ancora la Lombardia, a Bollate-Milano. In ogni sede di insegnamento tenne rapporti di collaborazione con i giornali locali, curando la sezione delle vignette: ad esempio “L’eco del Chisone”, settimanale di Pinerolo. Nel 1986 perde la sua amata mamma e nel 1989 la sua adorata nonna, Crocina: “Forse – come spesso diceva – le donne che mi hanno insegnato ad amare le donne, il genere umano e tutto il Creato”.
Oscar ha sempre disegnato: una passione davvero incontenibile la sua – come racconta egli stesso, nella Mostra tenuta a Caltanissetta nel 2009 intitolata “U malucchifari”. Abile giocatore di basket, militò per qualche anno nella mitica Robur. E capitava spesso che giocassimo insieme a tennis, nei campi in terra rossa dello storico Tennis Club di Caltanissetta. Da bambino Oscar disegnava indiani e cowboys (era il tempo dei film western, al cinema). Il periodo militare fu certamente fonte di ispirazione per la sua verve ironica e satirica. Le sue prime vignette risalgono alla fine degli anni ’70. Una sua vignetta su Giulio Andreotti fu premiata al Salone dell’Umorismo di Bordighera ed è stato invitato a prestigiose rassegne di satira vignettistica tra le quali Bordighera e Forte dei Marmi. Diverse le collaborazioni con i giornali, i quotidiani siciliani. Tra questi La Sicilia e Il Giornale di Sicilia. Davvero memorabili le sue vignette su Rudy Maira e su tanti altri esponenti del mondo politico nisseno, ovviamente. Nel 2003 ideò e realizzò il Premio nazionale di satira politica “La rosa e lo zolfo”. Ha illustrato anche libri e riviste. “Era un nostro alunno del Liceo Classico – ricorda la preside Marisa Sedita. Avevamo mantenuto un bel rapporto di amicizia, immutabile nel tempo. Estroso e intelligente, leggeva e recitava con rara maestria, era un vignettista d’eccezione. Ha partecipato alle Lecturae Dantis; ci ha regalato la “mappa di Caltanissetta” (speciale, magnifico “ritratto” della Città) esposta al Parco Letterario “Rosso di San Secondo” e ha realizzato disegni molto particolari ispirati alle novelle di Pier Maria Rosso di San Secondo per il volume di novelle che abbiamo realizzato con Marina Castiglione e Maria Grazia Trobia”.
Trasferitosi, definitivamente, da Milano nella sua amata Caltanissetta – “piena di luce e di calore” – Oscar ha insegnato Diritto presso l’Istituto “Luigi Russo” di Caltanissetta, stimato e benvoluto dai suoi studenti che lo vedevano arrivare a scuola in bicicletta: “Non un semplice prof. ma molto di più… un amico, un confidente, persona delicata, gentile, affascinante e soprattutto un grande artista. Uno di noi!”
Lo ricordano con stima e affetto artisti, fotografi, attori, registi che in città lavorano o hanno lavorato: “Oscar era sempre presente, in tutti i momenti della scena culturale e sociale in città – scrive Michele Lombardo – autentico, ironico, in teatro come tra i suoi ragazzi a scuola; perfino in strada, in bici, trovava spazio e modo per farne una pratica sociale. Era sempre proiettato con l’immaginazione verso il futuro, salita dopo salita”. Ricordo, anche, negli ultimi anni, il suo impegno civile e politico all’interno dell’associazione di promozione sociale “più Città”.
A tanti, tra quelli che lo hanno incontrato, Oscar ha dedicato e donato le sue vignette, i suoi disegni. I ritratti. E’ così che egli esprimeva il suo modo personale di vedere, di conoscere gli altri: sempre acuto, spesso affettuoso, mai sarcastico. Immaginifico. Sempre e comunque animato da un sentimento di empatia. Di amicizia, se non di fratellanza.
“Ciao Oscar, uomo di pensiero, ricco di ironia intelligente e affilata che non perdeva mai la dolcezza di un sorriso – ha scritto Fiorella Falci il giorno della sua scomparsa, il 2 luglio scorso. Sei stato una luce per la nostra Città, non hai mai smesso di interrogarti e di pensare il futuro. Hai raccontato la nostra storia con i Tuoi disegni che hanno sempre reso migliori i personaggi che rappresentavi, nonostante la satira. Ora sei tra le braccia del Signore, lo so che vorresti disegnare anche Lui. Chissà, potresti anche riuscirci!”.
Tra gli scritti di Jorge Luis Borges troviamo questo frammento: “Un uomo si propone di disegnare il mondo. Nel corso degli anni popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di vascelli, di isole, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l’immagine del suo volto.” Oggi, domenica 22 gennaio 2023, gli splendidi figli Daria, Federica e Ruben, le donne amate, gli amici e le amiche, i parenti e tanti altri siamo qui, a Palazzo Moncada, in occasione di questa bella mostra che raccoglie le opere di Oscar Dell’Aira: nei tanti volti, nei tanti paesaggi, nei tanti frammenti di vita disegnati, rappresentati, possiamo scoprire l’immagine del suo volto, il racconto della sua calda vita.