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Messina Denaro, indagati due medici e il geometra Bonafede che gli ha prestato l’identità 

L’oncologo trapanese Filippo Zerilli è stato iscritto sul registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla rete di favoreggiatori del boss Matteo Messina Denaro. Avrebbe eseguito l’esame del Dna necessario alle cure chemioterapiche a cui il padrino di Castelvetrano doveva sottoporsi. Il paziente si era presentato al medico con i documenti di Andrea Bonafede, il geometra che gli avrebbe prestato l’identità e che, come Zerilli, è finito ora sotto inchiesta.

Lo studio del medico sarebbe stato perquisito dai carabinieri che devono accertare se Zerilli fosse a conoscenza delle generalità del paziente. Nella lista dei possibili fiancheggiatori sono finiti anche un altro dottore: Alfonso Tumbarello, medico di base di Campobello di Mazara che aveva in cura sia il boss, alias Andrea Bonafede, sia il vero Bonafede. Anche quest’ultimo è indagato.

Il rifugio del boss, per anni in cima alla lista dei latitanti più pericolosi, è un piccolo appartamento di sessanta metri quadrati. Un soggiornino, una cucina, una camera da letto e un bagno in una palazzina di due piani a Campobello di Mazara. Viveva lì, in pieno centro abitato, Matteo Messina Denaro, arrestato lunedi in una casa di cura di Palermo in cui da un anno si recava per la chemioterapia.

“L’ho comprata io per conto suo. Mi ha dato 20mila euro”, ha raccontato ai pm Andrea Bonafede, il geometra di Campobello di Mazara che avrebbe prestato l’identità a Messina Denaro – trovato in possesso di una carta d’identità a lui intestata ma con la fotografia del capomafia -, ora indagato per associazione mafiosa. Interrogato dai carabinieri Bonafede ha ammesso di conoscere Messina Denaro fin da ragazzo e di aver acquistato con 20 mila euro ricevuti dal boss l’appartamento di vicolo San Vito. Una vita ordinaria quella del superlatitante. Messina Denaro andava a fare la spesa, frequentava ristoranti, riceveva donne, gli inquirenti hanno infatti, trovato all’interno della casa, oltre a sneakers costose, profumi di lusso e occhiali Ray Ban, pillole per aumentare le prestazioni sessuali e profilattici. Amante da sempre delle belle donne, una lunga collezione di fidanzate, il padrino di Castelvetrano non avrebbe rinunciato alla compagnia femminile, sospettano gli investigatori, nemmeno durante la latitanza.

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