Per quattro mesi, da settembre a dicembre dell’anno scorso, hanno ricevuto dall’ex governo Musumeci un’integrazione al reddito che ha consentito a 4 mila lavoratori Asu di percepire 1.200 euro al mese, anziché 607 euro, e di conseguenza agli enti locali e agli uffici della pubblica amministrazione, dove questo personale viene impiegato, di avere a disposizione i precari per 36 ore invece di 18 ore, con un aumento della produttività dei servizi. Scaduta l’integrazione, gli Asu sono rientrati nel vecchio regime. Nel ddl di stabilità, all’esame delle commissioni di merito dell’Ars, il governo Schifani ha previsto di procedere alle reintegrazione del reddito ma solo per 282 Asu, quelli impegnati nel settore dei beni culturali per potere mantenere aperti molti siti che senza questi lavoratori rischierebbero la chiusura per carenza di personale. Proprio al governo Schifani fa appello ora il capogruppo della Dc all’Ars, Carmelo Pace, “affinché l’integrazione al reddito sia estesa all’intero bacino degli Asu”. “Intanto per evitare disparità di trattamento – dice Pace – ma soprattutto per dare dignità a questi lavoratori che sono impegnati da trent’anni in attività di pubblica utilità e che non avendo mai avuto versati contributi possono contare solo su questo assegno. E’ evidente, tra l’altro, che avere raddoppiato il monte ore nei quattro mesi dell’anno scorso ha consentito una più efficiente gestione dei servizi nei tanti Comuni dove questi lavoratori svolgono compiti spesso essenziali, proprio per la carenza perenne di personale”. Pace si rivolge anche a tutti i gruppi parlamentari. “Facciamone una battaglia comune – aggiunge – Si tratta dell’ultimo bacino di precariato che non può essere abbandonato e con la manovra finanziaria in fase di discussione ci sono i presupposti per integrare il reddito a questi lavoratori”. Per farlo occorrono circa 24 milioni di euro. Assieme all’integrazione al reddito, il capogruppo della Dc invita il governo Schifani “a impegnarsi per modificare l’accordo con lo Stato per consentire di aprire, anche per gli Asu, il processo di stabilizzazione dopo tanti anni di precariato”.
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