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Palermo. Corruzione, misure cautelari per il sindaco di Giardinello e altri due indagati

I carabinieri di Partinico, su delega della Procura della Repubblica di Palermo, hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di tre indagati (di cui due destinatari del divieto di dimora nel comune di residenza ed uno del divieto di dimora nell’intera provincia). Le accuse sono di corruzione per l’esercizio della funzione, falsità materiale e ideologica commessa da pubblici ufficiali, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e truffa aggravata ai danni dello Stato. Le indagini, avviate nel gennaio 2020 e condotte fino al mese di giugno dello scorso anno, con l’ausilio di attività tecniche di intercettazione, sono partite da alcune anomalie riscontrate nella trattazione di una pratica amministrativa e avrebbero consentito di documentare una gestione della cosa pubblica condizionata da presunte logiche clientelari. Nell’operazione è coinvolto il sindaco di Giardinello Antonino De Luca, il quale, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, avrebbe assunto un ruolo attivo in diversi episodi criminosi, ed è destinatario del divieto di dimora nel comune di residenza, dove, peraltro, esercita il mandato. Gli altri due indagati sono un ex finanziere (divieto di dimora nell’intera provincia), già condannato per favoreggiamento alla mafia, e un dipendente comunale (divieto di dimora nel comune di residenza). Nell’indagine è coinvolto anche un agente della polizia municipale del comune di Giardinello che, però, non ha avuto alcuna misura cautelare.

Sono due gli episodi finiti al centro dell’inchiesta. Nel primo il sindaco di Giardinello avrebbe istigato l’agente di polizia municipale a redigere un falso verbale di accertamento per iscrizione anagrafica, per far sì che a un suo conoscente, ex finanziere e condannato in via definitiva per i reati di favoreggiamento aggravato in favore dell’associazione mafiosa e rivelazione di segreto di ufficio, venisse accolta un’istanza indirizzata all’ufficio di sorveglianza del tribunale di Palermo per ottenere la remissione di un debito giudiziario per oltre 200.000 euro. L’ex finanziere avrebbe prodotto una falsa attestazione di trasferimento di dimora da un comune all’altro, e una dichiarazione di formazione di un nuovo nucleo familiare a reddito zero, circostanza che avrebbe determinato un danno per il Ministero della Giustizia, visto che ha grazie alla pratica avrebbe ottenuto la remissione del debito.

Nel secondo episodio le indagini avrebbero fatto emergere l’esistenza di un presunto accordo corruttivo tra il sindaco e un dipendente di un comune limitrofo, il quale avrebbe promesso appoggio politico da parte di una sua parente, già consigliere comunale a Giardinello, in cambio della promessa della stipula di una convenzione della durata di 18 mesi con il comune di appartenenza. L’accordo avrebbe consentito al dipendente comunale di svolgere ore di lavoro suppletive e di rientrare poi all’ufficio di appartenenza con un contratto a tempo pieno e un conseguente aumento retributivo. Anche nei confronti del presunto corruttore è stata applicata la misura del divieto di dimora nel comune di residenza.

Il gip nel provvedimento ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni per oltre 200.000 euro.

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