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Naro. Albero di Natale per denunciare lo spopolamento e la crisi

La volontà dell’amministrazione , sostenuta dalla DMO Valle dei Templi, è  quella di trasformare le decorazioni in un momento di denuncia sociale anche per riportare l’attenzione sul vecchio duomo, chiuso da anni.

Non un semplice albero di Natale, ma uno strumento pubblico di denuncia per accendere i fari e porre all’attenzione dei Governi regionale e nazionale sulle condizioni di un comune come Naro. 

E’ in fase di installazione nella piazza antistante il Comune, un albero particolare, simbolico, voluto dall’Amministrazione comunale e che si accenderà, per ragioni meteorologiche, il prossimo lunedì 12 dicembre alle ore 18:00. La realizzazione si è resa possibile grazie soprattutto al sostegno della DMO Valle dei Templi, che sposando l’iniziativa ha concesso un congruo contributo all’AUSER, e della Luxottica Minio, che ha anch’essa garantito un contributo

“Abbiamo ritenuto di fare una scelta in controtendenza rispetto a quanto avviene un po’ in tutti i Comuni – spiega il sindaco Maria Grazia Brandara -. Invece che puntare sullo sfarzo, abbiamo voluto pensare a questo albero che diventa uno strumento di denuncia sociale, politica, e che speriamo diventi occasione per avviare una seria riflessione sulle emergenze dei territori periferici”.

Alla base dell’albero, la Sacra Famiglia, ospitata all’interno di una ricostruzione del Vecchio Duomo di Naro, da anni chiuso e ferito. “Simbolo – aggiunge Brandara – delle promesse non mantenute. Da tempo attendiamo interventi che possano salvare e consentire di riaprire la nostra Chiesa madre, ma finora ogni appello è stato vano”.

L’albero, inoltre, si presenta con particolari sfere, imprigionate dentro una struttura metallica così come oggi è il Vecchio Duomo, diverse per colori e materiali, segno di una comunità che si vuole arricchire di ogni diversità, con significativi vuoti a segnalare lo spopolamento che, inflessibile, sta in questi anni svuotando la Fulgentissima, che è passata da oltre 8700 abitanti a poco più di 7mila in venti anni. Le stesse sfere di Natale sono distribuite distanti l’una dall’altra, per rappresentare lo scollamento sociale di un centro che oggi si trova tra le altre cose a dover fare i conti con le conseguenze gravissime di un dissesto finanziario che mette a rischio tutti i servizi.

“Crediamo – conclude Brandara – che momenti carichi di grande simbolismo come il Natale possano, e debbano, non essere solo dedicati alla Festa, ma devono diventare occasioni di riflessione”.

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