Circeo è la nuova mini-serie crime diretta da Andrea Molaioli e ideata da Flaminia Gressi con protagoniste Greta Scarano, Ambrosia Caldarelli e Pia Lanciotti, che tratta degli avvenimenti susseguitisi alla tragica vicenda del massacro del Circeo. Il pilot della serie si apre proprio con la narrazione del tragico episodio avvenuto tra il 29 e il 30 settembre del 1975 quando Angelo Izzo, Gianni Guido e Andrea Ghira, tre pariolini della Roma bene, invitarono Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, due ragazze di periferia, ad una festa che si sarebbe dovuta tenere presso la villa di un amico. Arrivati sul posto, l’invito si scopre essere una menzogna e per Donatella e Rosaria inizia l’inferno. Per 36 ore le ragazze subiranno ogni tipo di violenza, Rosaria non ce la fa e Donatella si finge addirittura morta per poter sopravvivere. A Donatella però sopravvivere non basta… è per questo che non accetta il risarcimento in denaro da parte dei suoi aguzzini, intenzionata a denunciare il tutto e ad ottenere giustizia. Siamo nel 1975, lo stupro è ancora considerato reato contro la morale pubblica, una legge che cambierà solo nel febbraio del 1996.
Circeo ripercorre fondamentalmente il processo durante il quale Donatella viene assistita dal fittizio avvocato Teresa Capogrossi, interpretata da una bravissima Greta Scarano, il cui personaggio si ispira ai numerosi avvocati (donne e uomini) che sostennero la causa della Colasanti e quella di molte altre donne che durante quegli anni di fervido maschilismo e sessismo, ebbero il coraggio di denunciare. Teresa, all’interno di ogni episodio, accompagnerà e sosterrà Donatella non solo in tribunale ma soprattutto nel suo tentativo di ritornare alla normalità. Ella infatti incarnando gli ideali della donna moderna risulterà essere una vera e propria ispirazione per la giovane Colasanti. All’avvocato Capogrossi si affiancano Fausto Tarsitano e Tina Lagostena Bassi, soprannominata a quel tempo l’avvocato delle donne che lottò tutta la vita per la difesa dei loro diritti e assisté al fianco di Tarsitano, la Colasanti nella reale vicenda. In Circeo quella che ci viene raccontata è un’Italia retrograda sotto tutti i punti di vista. Un’Italia non ancora pronta ad abbracciare la modernità intrisa di democrazia e di libero pensiero. Per questo allo spettatore non viene risparmiato né, il seppur breve accenno… all’assassinio di Pier Paolo Pasolini, avvenuto il 2 novembre dello stesso anno, e neppure i dettagli sugli ideali degli aguzzini di Donatella e Rosaria, cresciuti da sempre in famiglie e in ambienti dalle ideologie fasciste. Circeo non è una serie ben riuscita solo perché racconta di un delitto clamoroso che sconvolse e cambiò per sempre l’Italia. Lo è perché va al di là del delitto in sé e questo lo si nota nella scelta di raccontare non i carnefici ma le vittime, non il delitto ma il processo. È proprio per la voglia di raccontare le vittime, il motivo per cui il pilot si apre con Donatella e Rosaria, sorprese mentre si lasciano trasportare in maniera molto rumorosa dalle note di sabato pomeriggio di Baglioni e si chiude invece col silenzio quando il metronotte scopre i corpi delle ragazze all’interno della 127 bianca. L’altra importante e necessaria scelta è quella di raccontare il processo per porre alla luce fatti sconosciuti e ignorati dalla maggior parte del pubblico italiano. È proprio il tribunale la location principale della serie, dove si assiste alla corruzione dei giudici e alla misoginia più disperata, luogo in cui la vittima spesso finisce per divenire carnefice di se stessa… aneddoto che purtroppo accade ancora oggi. Il delitto del Circeo viene qui per la prima volta raccontato da un punto di vista tutto al femminile che va dall’importante scelta degli sceneggiatori di affiancare a Donatella l’avvocato Teresa Capogrossi, a quella di raccontare il movimento femminista dentro e fuori dall’aula. Proprio grazie a questa terribile vicenda infatti, le femministe riuscirono a trovare il giusto mezzo per ottenere la revisione della legge sullo stupro che cambiò da reato contro la morale pubblica a reato contro la persona, riconoscendo finalmente a tutti gli effetti, una vittima. Insomma, il massacro del Circeo non fu solo una violenza di genere, ma fu al contempo una violenza del ricco sul povero, del potente sul più debole. Il personaggio di Fausto Tarsitano (interpretato da Enrico Iannello) esordisce in questo modo all’interno di un episodio: se un uomo rapisce un bambino e lo trascina in lacrime in macchina, commette un crimine orrendo.
Ma se lo fa facendogli inseguire un aquilone, commette un crimine contro l’umanità. Quel 29 settembre, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti si fidarono di Izzo, Guido e Ghira ed essersi fidate non può essere di certo una colpa. Quel 29 settembre i tre bravi ragazzi della Roma bene utilizzarono proprio un aquilone per adescare due ragazze piene di vita e di sogni e decisero consapevolmente di annientare l’umanità che forse, non avevano mai conosciuto.
Circeo è disponibile sulla piattaforma Paramount+
Veronica Achille