Canicattì. Stato d’agitazione dei dipendenti comunali: Personale sottodimensionato e servizi a rischio
Personale sottodimensionato e servizi a rischio, proclamato lo stato di agitazione del personale del Comune di Canicattì. A chiederlo sono Cisl Fp, Fp Cgil e Uilfpl. “Nonostante le numerose richieste di incontro fatte nel corso dell’anno all’amministrazione con la quale avremmo voluto avviare un confronto utile ad affrontare la grave situazione in cui versa l’ente, ad oggi prive di formale riscontro, e le diverse assemblee tenutesi con i lavoratori, nelle quali sono emerse le gravi difficoltà di carattere organizzativo causate da diversi fattori, primo tra tutti la carenza di personale, la situazione lavorativa e di garanzia dei servizi agli utenti è divenuta insostenibile – dicono in una nota i segretari Salvatore Parello, Enzo Iacono e Fabrizio Danile -. Di fatto, nel corso dell’anno non sono state mai convocate le parti sociali neanche nella fase delicata per il personale e per la cittadinanza che ha portato alla dichiarazione di dissesto dell’Ente”. In particolare, in virtù di questa dichiarazione è stata rideterminata al ribasso la pianta organica dell’Ente e nonostante questo secondo i sindacati “emerge in modo lapalissiano come il personale attualmente in forza sia assolutamente sottodimensionato rispetto a ciò che dovrebbe essere in un comune di tali dimensioni”. I lavoratori in servizio dovrebbero essere 232 a full time, mentre quelli in servizio sono attualmente 152, di cui 101 a tempo parziale a 21 ore settimanale, quindi l’equivalente di 101 lavoratori effettivi distribuiti in 6 edifici. “Questi numeri oggettivi e non contestabili – continuano i sindacati – stanno determinando gravi disservizi per la cittadinanza che si riverberano sulla serenità lavorativa di ogni lavoratore anche in relazioni alle eventuali responsabilità a cui possono essere esposti. A questo si aggiunge la mancata definizione degli istituti relativi alla contrattazione decentrata per l’anno in corso, di cui non abbiamo contezza, nonostante le svariate richieste formali ed informali, neanche della costituzione del fondo, nonché il mancato pagamento di molti istituti contrattuali previsti nelle contrattazioni degli anni precedenti che ad oggi non risultano liquidati”. Secondo Parello, Iacono e Danile quindi sono “assenti le condizioni minime di rispetto dei diritti dei lavoratori” e per questo è stato proclamato lo stato d’agitazione con sospensione delle prestazioni aggiuntive e chiesta la convocazione di un tavolo di raffreddamento.