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Sindaci agrigentini al Ministro Piantedosi: Ci stia accanto, noi bersagli dell’odio sociale

Atti intimidatori sempre più frequenti, dimostrazioni di odio sui social network e macchine comunali bloccate da carenza di risorse economiche e normative troppo stringenti: i sindaci della provincia di Agrigento scrivono al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

A inoltrare la nota collettiva è il primo cittadino di Naro Maria Grazia Brandara.

“Le manifestiamo – scrivono –  la nostra più viva preoccupazione per la frequenza che si fa sempre più assidua con la quale si è costretti a registrare vili attacchi che hanno come obiettivo i sindaci, ovvero donne e uomini dello Stato impegnati tra le 12 e 15 ore al giorno nel tentativo di sciogliere i complicati nodi che avviluppano un po’ tutte le realtà del Paese ed in modo particolare quelle del sud di Esso”.

L’ultimo caso in ordine di tempo è la lettera di minacce e insulti ricevuta dal sindaco di Canicattì che, continua la lettera, “unisce la propria sorte a quelle dei tanti altri primi cittadini che, come la scrivente, lo hanno preceduto in queste triste e dolorosa esperienza. Sembrerebbe trattarsi di un fenomeno tendente a cronicizzarsi, nella indifferenza generale, quando non addirittura nella complice approvazione di taluni cittadini, indotti a ritenere responsabili i sindaci di tutti mali della loro Comunità, ignari delle difficoltà con cui essi debbano confrontarsi tutti i giorni per venire a capo e risolvere mali spesso ereditati e che solo il sussistere di nuove e più stringenti regole sui bilanci sta portando inesorabilmente ‘a galla’. Alla mancanza di risorse economiche fa il disastroso paio la mancanza di risorse umane derivante dal fatto che ultime massicce assunzioni nei Comuni dell’Isola risalgono all’ormai lontanissimo 1989. Da allora l’organico si è sempre e solo via via sempre più assottigliato non a determinare vuoti in organico non colmabili neppure con la più stringente delle rideterminazioni”.

Ad oggi sono quindi in serio rischio i servizi e persino il recupero dei crediti dei Comuni.

“Questa diffusa condizione, a nostro avviso – continua la lettera – insieme all’inasprirsi della crisi economica e sociale che sta esasperando le nostre comunità, è alla base del malcontento sociale e che, nella parte malata dei Cittadini, complice l’anonimato, sfocia in azioni di odio o di istigazione ad esso attraverso i social, impone a parere di chi scrive un’attenta e urgente riflessione affinché si assumano le contromisure necessarie ed idonee ad evitare che questa minoranza malata della società civile possa prendere il sopravvento sulla maggioranza laboriosa ed onesta ma non per questo insofferente delle stesse difficoltà”.

I sindaci, quindi, chiedono al Ministro, di farsi “carico di questo grido di allarme e disinnescare il potenziale conseguente pericolo” con iniziative mirate sui territori.

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