Maxi operazione antidroga denominata “Fish e Drug”, tra Agrigento, Porto Empedocle, Favara e Palma di Montechiaro.
17 le misure cautelari eseguite dagli agenti della Squadra Mobile di Agrigento, e dai loro colleghi del Commissariato “Frontiera” di Porto Empedocle. L’ordinanza è stata firmata dal Gip del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, su richiesta della Procura della Repubblica. Nel dettaglio, tre indagati sono finiti in carcere, 6 ai domiciliari, e per tutti gli altri sono stati disposte misure minori come l’obbligo di dimora, e l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.
In carcere sono finiti Gaetano Volpe, 56 anni, di Porto Empedocle residente a Realmonte, Salvatore Papia, 51 anni, di Favara (già detenuto per altra causa), e Alfonso Indelicato, 49 anni, di Agrigento.
Ai domiciliari: Gerlando Fiore, 60 anni, di Porto Empedocle residente a Realmonte, Salvatore Incardona, 50 anni, di Palma di Montechiaro, Luigi Fiore, 27 anni, di Agrigento residente a Realmonte; Giovanni Terrana, 52 anni, di Agrigento residente a Porto Empedocle, Stefano Sacco, 58 anni, di Porto Empedocle, e Riccardo Volpe, 32 anni, di Agrigento, domiciliato a Porto Empedocle, Mohamed El Emary Ahmed Saad, egiziano di 60 anni, e Antonio Costa, 49 anni, di Canicattì.
I destinatari dell’obbligo di dimora: Giovanni Pirrera, 51 anni, di Favara, Claudio Meli, 33 anni, di Agrigento, Vincenzo Fallea, 44 anni, di Agrigento, Carmelo e Calogero Colombo, rispettivamente di 48 e 25 anni, di Porto Empedocle. L’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria è stato disposto a carico di Gerlando Fiore, 27 anni, di Agrigento residente a Realmonte.
I dettagli dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa dal procuratore facente funzioni Salvatore Vella, dal capo della Squadra Mobile Giovanni Minardi, dal comandante della Capitaneria di porto di Porto Empedocle Antonio Ventriglia, e dal vice dirigente del Commissariato di Porto Empedocle, Ferdinando Cavallaro. I principali indagati risultano gli appartenenti delle famiglie Volpe e Fiore di Porto Empedocle, e numerosi altri soggetti che si sono occupati principalmente dello spaccio di droga.
“Abbiamo individuato un canale di trasporto di ingenti quantità di hashish nel Canale di Sicilia – ha detto il procuratore Vella -, tramite l’utilizzo di un veliero, che trasportava 4 tonnellate di hashish, nel momento in cui è andato in avaria, l’equipaggio ha mollato il carico perfettamente confezionato, e poi la droga è stata recuperata”.
La vicenda giudiziaria, ricostruita dalla Squadra Mobile di Agrigento e dal Commissariato di Porto Empedocle, risale al maggio 2019, e prende spunto dall’arresto di un soggetto empedoclino, da parte del personale del Commissariato di Porto Empedocle, poiché trovato con circa 5 chilogrammi di hashish. L’indagine, in seguito, è stata estesa alla Squadra Mobile di Agrigento, anche in collaborazione con la Guardia Costiera di Porto Empedocle, ed ha permesso il sequestro di 143 chili di hashish, e la denuncia di oltre 41 soggetti. Durante le investigazioni, grazie ai mezzi navali in dotazione della Guardia Costiera, sono stati controllati anche nottetempo, alcuni pescherecci, visti transitare nel Canale di Sicilia, e con l’ausilio dei sommozzatori sono stati recuperati altri 12 chili di hashish, nella zona antistante il porto empedoclino.
“Non solo intercettazioni – ha aggiunto l’attuale responsabile della Procura agrigentina -, ma è stata un’operazione articolata sul campo, sia via terra che in mare, che ha consentito non solo il sequestro di droga, ma di accertare delle condotte illecite che nascevano in mare con il ripescaggio della droga, poi smerciata nel mercato siciliano dell’hashish in particolare da Porto Empedocle ad Agrigento, Favara, Palma di Montechiaro e Realmonte da pescatori empedoclini”.