I carabinieri del Comando provinciale di Catania hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di oltre 30 indagati della cosca Santapaola-Ercolano. L’inchiesta della Dda, dominata «Sangue blu», ha fatto luce sulle recenti evoluzioni delle dinamiche di Cosa Nostra etnea, individuandone anche gli elementi apicali.
Il provvedimento del gip ipotizza, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa e concorso esterno, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi e munizioni e concorso in trasferimento fraudolento di valori, aggravati dal metodo mafioso. Nell’operazione, impegnati 250 carabinieri del comando provinciale etneo che hanno eseguito l’ordinanza nelle province di Catania, Prato, L’Aquila, Enna, Perugia, Vibo Valentia, Palermo, Benevento, Siracusa e Avellino.
L’operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia etnea ed eseguita alle prime luci dell’alba dai carabinieri di Catania, ha portato all’arresto anche dell’attuale «responsabile provinciale» della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano. Dall’indagine sono emersi un vasto giro di estorsioni ai danni di imprenditori catanesi, un fiorente traffico di stupefacenti, il recupero crediti attraverso prestiti ad usura e l’intestazione fittizia di attività economiche. I proventi delle attività illecite venivano utilizzati sia per il mantenimento delle famiglie degli affiliati detenuti, sia reinvestiti in altre attività imprenditoriali infiltrando il tessuto economico catanese. Sequestrati beni per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro.
PERSONE DESTINATARIE DELLA MISURA:
CUSTODIA IN CARCERE:
1) BONAVENTURA Carmelo, nato a Catania il 25.9.1962;
2) BUFFARDECI Cristian, nato a Catania il 13.5.1976;
3) CASERTA Francesco, nato a Catania il 19.6.1971;
4) CASTORINA Angelo Antonino, nato a Catania il 4.1.1991;
5) COLOMBO Domenico, nato a Catania il 15.4.1976;
6) DI MAURO Salvatore, nato a Catania il 25.8.1965;
7) FALLICA Carmelo Cristian, nato a Wickede (Germania) 28.10.1985;
8) MAGRI’ Orazio, nato a Catania il 15.5.1971;
9) MARGHELLA Mario, nato a Catania il 20.7.1970;
10) MUSCARÀ Corrado Gabriel, nato a Catania il 13.09.1996;
11) NAPOLI Francesco Tancredi Maria, nato a Catania il 10.4.1976;
12) OCCHIPINTI Angelo, nato a Catania il 19.2.1974;
13) PAPPALARDO Giuseppe, nato a San Giovanni La Punta (CT) il 22.1.1967;
14) PINO Vincenzo, nato a Catania il 02.10.1998;
15) PLATANIA Francesco, nato a Catania il 2.4.1968;
16) RACITI Carmelo, nato a Catania il 15.6.1982;
17) SANTAPAOLA Antonino, nato a Catania il 20.4.1984;
18) SANTAPAOLA Francesco, nato a Catania il 1.12.1979;
19) SANTAPAOLA Gabriele, nato a Catania il 20.4.1984,
20) SANTAPAOLA Giuseppe, nato a Catania il 29.12.1981;
21) SAPIA Vincenzo, nato a Catania il 31.01.1966;
22) SCALETTA Giuseppe, nato a Catania il 27.9.1966;
23) SCHILLACI Lorenzo Michele, nato a Troina (EN) il 25.4.1968;
24) SORTINO Gaetano, nato a Catania il 7.8.1965;
25) TRINGALE Gaetano, nato a Catania il 13.11.1961;
26) ZAPPALÀ Daniele Carmelo, nato a Catania il 8.2.1966.
ARRESTI DOMICILIARI
1. BARBERO Eugenio Dante, nato a Catania il 28.7.1974;
2. BRUNO Barbaro, nato a Sidney (Australia) il 5.4.1971;
3. DI SALVATORE Massimo, nato a Catania il 26.11.1972;
4. FERRERA Francesco, nato a Catania il 22.12.1964;
5. LOMBARDO Rosario, nato a Catania il 26.8.1968;
6. LOMONACO Salvatore Daniele, nato a Taormina (ME) il 12.6.1982;
7. SCIRÈ Simone, nato a Catania il 18.10.1989;
8. TURRISI Giuseppe, nato a Francavilla di Sicilia (ME) il 8.7.1973;
9. ZAMMATARO Gerardo nato a Piedimonte Etneo il 15.12.1975.
L’indagine ha individuato allo stato degli atti, l’attuale “responsabile provinciale” della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano, in Francesco Tancredi Maria Napoli, nipote di Salvatore Ferrera detto “Cavadduzzo” e legato da vincoli di sangue allo storico capomafia Benedetto “Nitto” Santapaola (atteso che Salvatore Ferrera, era coniugato con una delle sorelle D’Emanuele, zia di Santapaola).
Nell’attuale fase del procedimento, in cui non è stato ancora instaurato il contraddittorio tra le parti, le attività tecniche hanno disvelato come – già in prossimità della scarcerazione del Napoli, avvvenuta il 6.9.2019 dopo oltre 13 anni continuativi di detenzione – lo stesso sarebbe stato investito della carica di rappresentante di Cosa nostra catanese da elementi di vertice della “famiglia”. Tale elemento è stato confermato dalle recenti dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Silvio Corra e Salvatore Scavone. Peraltro, già in precedenza, diversi collaboratori, tra cui Santo La Causa, lo avevano indicato quale uomo d’onore “riservato”. Sempre allo stato degli atti, le investigazioni hanno altresì fatto emergere come Napoli, nella gestione quotidiana delle attività illecite del sodalizio, aveva costantemente adottato delle cautele estreme, volte ad evitare che le sue conversazioni potessero essere ascoltate dalle Forze dell’ordine, come l’utilizzo di una rete telefonica riservata, costituita da utenze intestate ad ignari cittadini extracomunitari, frequentemente sostituite. Parimenti, la trattazione delle varie questioni di interesse del clan sarebbe sempre stata rimandata ad incontri in presenza, fissati senza alcun riferimento specifico al luogo, ma indicati attraverso “nomi in codice”, durante i quali avrebbe vietato ai suoi interlocutori di tenere al seguito i cellulari.
In tale contesto, avrebbero altresì rivestito un ruolo di particolare rilievo le figure di Cristian Buffardeci e di Domenico Colombo.
Buffardeci, in qualità di “braccio destro” del Napoli, gli avrebbe consentito di evitare un’esposizione diretta nella gestione degli affari illeciti della “famiglia”, in particolare nei contatti con soggetti pregiudicati e nell’organizzazione degli appuntamenti. Il suo pieno coinvolgimento all’interno dell’associazione mafiosa sarebbe inoltre confermata dalla circostanza che, in diverse occasioni e su incarico di Napoli, avrebbe preso parte in sua vece a delicati incontri con soggetti di vertice di altre organizzazioni criminali. Per quanto concerne, invece, Domenico Colombo, sarebbero emersi sia gli stretti legami con personaggi di vertice dell’associazione, tra cui in particolare Sapia Vincenzo, Rinaldi Salvatore, Renna Carmelo e Santapaola Francesco (cl 79), sia il suo ruolo nella gestione delle attività estorsive e di recupero crediti nei confronti di soggetti che ritardavano nel pagamento dei debiti, raccogliendo, in particolare, le somme destinate alla famiglia di Santapaola Francesco. VIDEO: