PoliticaNews

Canicattì. Settore vitivinicolo in crisi. Presidente del consiglio: Si deve agire subito 

Il presidente del Consiglio Comunale di Canicattì, Mimmo Licata, interviene sulle problematiche agricole: 

Il settore dell’uva da tavola, il sistema vitivinicolo, l’agroalimentare in generale sono e saranno sempre i settori chiave della nostra economia. Le difficoltà delle aziende agricole, ulteriormente colpite dalla crisi della pandemia dovuta alle restrizioni che essa ha ulteriormente aggravato una situazione economica già precaria. Abbiamo assistito alla caduta della ristorazione fuori casa in parte bilanciata dal commercio (sia al dettaglio che all’ingrosso) e dalle vendite alimentari on line che, tuttavia, ha portato una riduzione del fatturato che si è ripercosso sull’intero sistema economico del territorio. Non c’è dubbio che il trend negativo che sta attraversando il comparto agricolo non può essere ignorato e richiede un intervento da parte del Governo Centrale concertato al contempo con azioni Regionali al fine di tutelare un settore di vitale importanza.

In un momento di profondo cambiamento gli sviluppi delle crisi internazionali, quali ad esempio la guerra in Ucraina, hanno trasformato il contesto politico ed economico della regione Sicilia. Nell’ultimo anno, gli aumenti dell’energia elettrica, dei carburanti, dei fertilizzanti, del materiale per il confezionamento e del costo della manodopera hanno implicato un costo del prodotto che porta a margini di guadagno, qualora ve ne siano, bassissimi.

È diventato difficile produrre, per strategia aziendale dettata dalla competitività la grande distribuzione, in momenti di offerte promozionali, mette il prodotto a basso prezzo vedi, ad esempio 0.99 centesimi di euro al pubblico, ma la stessa strategia si ripercuote sulla produzione portandola a lavorare in perdita. 

A questa emergenza, che oramai si protrae da tempo, nessuna forza politica ha dato una risposta: né l’amministrazione regionale, né l’assessore ha, quantomeno, affrontato la tematica con gli “addetti ai lavori”. Se si vuole davvero proteggere l’agricoltura e il territorio, il tempo dei tentennamenti è finito.

Torna in alto