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Italia Nostra: Estate 2022 incendi e ancora incendi. Avevamo detto a Musumeci di svegliarsi! 

Prof. Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia:

Incendi. Ancora incendi, in questa estate del 2022 che sta per concludersi. Incendi tanto inesorabili quanto prevedibili: nel Palermitano, nel Trapanese, a Pantelleria, nell’Agrigentino, nel Messinese, nel Siracusano, nel Nisseno. Ieri a Caltanissetta, oggi a San Cataldo. La Sicilia è una delle regioni italiani più colpite dagli effetti del cambiamento climatico e a rischio desertificazione, anche perché dotata di scarsa copertura boschiva (solo l’11% del territorio).

A maggio avevamo sollecitato il governo Musumeci a destarsi rapidamente dal “sonno della ragione”, prima che si potessero ripetere gli errori, gli sprechi e le omissioni, gravi, degli scorsi anni. Il 2021 è stato devastante per il territorio siciliano.

Nel “Piano Regionale antincendio boschivo 2020”, redatto dal Comando del Corpo Forestale della Regione Siciliana, un’approfondita indagine condotta nel periodo 2010-2020 evidenzia che oltre il77% degli incendi sono dolosi. In generale l’antropizzazione, unita alla precaria struttura socio-economica, ha comportato abbandoni di terreni agricoli e crescita di precarietà con conseguenti fenomeni di illegalità diffusa che, uniti a una debolezza strutturale delle istituzioni, hanno reso ancora più vulnerabile quell’area di interfaccia urbano-foresta, che in alcuni casi diventa terra di nessuno e dominio di poteri illegali. La continua emergenza antincendio, poi, è portatrice di finanziamenti non programmati facilmente intercettabili da interessi occulti e illegali.

La consueta attività di prevenzione (viali tagliafuoco, rimozione della legna e dell’erba secca dalle stradine e dai bordi dei boschi, ecc.) potrebbe ridurre i danni in maniera significativa, se si realizzasse da marzo a metà giugno. Invece, ogni anno, l’attività di prevenzione inizia tardi, quando ormai, di fatto, serve a ben poco. Quest’anno, a dire il vero, almeno in parte, è iniziata a maggio. Bisognerà però risolvere anche la questione degli operai stagionali, tutti ultracinquantenni, che sono spesso assunti in funzione dei finanziamenti e non delle effettive necessità di tutela dell’ambiente isolano.

Di certo in Sicilia servono con urgenza giovani dirigenti laureati che reintroducano criteri silvocolturali nella gestione dei boschi ed è necessario provvedere al più presto alla progettazione del ripristino dei boschi incendiati.

Inoltre, serve una solida ed efficiente struttura di gestione e controllo delle aree forestali e a macchia, altrimenti un’entità così vulnerabile come il bosco sarà sempre facile vittima di pratiche criminali e di comportamenti colposi lesivi.

Segnaliamo, infine, che raramente si individuano i criminali che appiccano gli incendi. Di fatto non conosciamo alcun colpevole. Perché? Perché molti distaccamenti del Corpo forestale siciliano sono abbandonati o sottodimensionati. Infatti, il Corpo forestale, che si occupa di spegnere gli incendi e anche del controllo del territorio e della investigazione, era costituito da 1.100 agenti e invece adesso è composto da circa 300 agenti, per la maggior parte anziani. Il nostro auspicio è che il prossimo Governo regionale si dimostri capace di maggiore programmazione e organizzazione, maggiore efficacia ed efficienza nella gestione del complesso territorio della Sicilia.

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