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Caltanissetta. Supporto psicologico alla polizia penitenziaria del Carcere 

Anche a Caltanissetta sarà costituito il gruppo di lavoro relativo a-“Azioni di supporto psicologico rivolte al personale di Polizia Penitenziario”-.

In data 14 luglio presso il Provveditorato Regionale del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria della Sicilia ha avuto luogo l’incontro di presentazione, alle Organizzazioni sindacali, della progettazione in tema di “Azioni di supporto psicologico rivolte al personale del Corpo di Polizia Penitenziario”.

In tale contesto si è provveduto a rilevare il fabbisogno in materia di supporto psicologico su specifici ambiti che le stesse Organizzazioni Sindacali hanno ritenuto di voler segnalare alla presenza del Direttore del Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche, dell’Esercizio Fisico e della Formazione di Palermo dell’Università di Palermo, del Presidente dell’ordine degli Psicologi della Regione Sicilia e del Presidente dell’Associazione “Girotondo Intorno al Sogno ARS”.

Nel corso dell’incontro le 00.SS. regionali hanno espresso la necessità di compartecipare – per il tramite dei delegati locali delle Organizzazioni sindacali rappresentative – ai gruppi di lavoro da costituirsi in sede locale.

I gruppi di lavoro in sede decentrata saranno costituiti:

– dal Direttore della Casa Circondariale;

– dallo Psicologo Iscritto all’Albo degli Psicologi;

– dal Comandante di Reparto e/o Dirigente di Polizia Penitenziario;

– dai Responsabili di Aree e/o Uffici;

– dai rappresentati locali delle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.

     L’atto di indirizzo politico – gestionale per l’anno 2022 del Ministro della Giustizia, nell’ambito dell’obiettivo “Il miglioramento della qualità del servizio di giustizia,” ha previsto espressamente azioni di supporto psicologico rivolte al personale di Polizia Penitenziaria.

La previsione di tale azione è stata inserita nel Documento di Programmazione Generale del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria a favore del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria”.

“Le previsioni dovrebbero determinano un importante salto di qualità in tutti gli interventi di supporto psicologico a favore del personale di Polizia Penitenziaria. Si dovrebbe passare, infatti, da un sistema fondato su buone prassi all’istituzione di un fondo che consentirà, in modo strutturato e permanente, di sostenere azioni di supporto al possibile disagio generato dallo svolgimento di un lavoro complesso, quanto mai unico nel suo genere, come quello svolto dal personale di Polizia Penitenziaria.”, questa è l’idea. L’impegno, a parole, dell’Amministrazione Penitenziaria, nell’attività di supporto a favore del personale impegnato in un lavoro molto complesso, soprattutto quello a diretto contatto con le persone detenute, spesso portatrici di grandi problematicità, con conseguenti possibili ripercussioni anche sulla gestione di criticità operative, – dice Rosario Mario DI PRIMA, Coordinatore Nazionale del SiNAPPe-, spesso non

 corrisponde nella realtà.

L’Obiettivo primario dell’Amministrazione Penitenziaria è quello di garantire efficacia e concretezza agli interventi di supporto, sia in termini di organizzazione che di soddisfazione del personale, con soluzioni istituzionali adeguate in linea con i diversi contesti lavorativi di riferimento, rilevando e diversificando i bisogni emergenti, tra i quali: 

 stress post traumatico lavoro correlato:

 gestione dell’ansia:

 elaborazione della conflittualità;

gestione della frustrazione:

 gestione della rabbia;

 de-motivazione;

 logoramento :

risonanza emotiva;

 disagio lavorativo legato alla peculiarità di una istituzione ontologicamente totale e totalizzante per l’utenza ;

difficoltà comunicative e distorsioni comunicative;

malessere organizzativo.

Come si potranno garantire interventi di supporto – afferma DI PRIMA – presso la Casa Circondariale di Caltanissetta se accade che: due unità di Polizia Penitenziaria, in data 4 agosto 2022, hanno subito

un’aggressione da parte di un detenuto, a seguito di ciò e su determinazione delle Autorità Sanitarie, ai due poliziotti, avendo subito dei traumi, sono stati prescritti giorni di prognosi e, l’Amministrazione Locale pur sapendo le motivazioni della loro assenza, la gravità dei fatti accaduti e la necessità di cure da parte dei due poliziotti ha richiesto ugualmente la Visita Fiscale. Sottoponendoli al vincolo della reperibilità nel proprio domicilio nell’attesa dell’eventuale arrivo del controllo fiscale, pur in presenza di una certificazione della Sanità Pubblica, aggravando, pertanto, la loro condizione determinata dallo stress post traumatico.

In più occasioni è stato evidenziato che un assistente capo di Polizia Penitenziaria, si sottrae dall’espletare il servizio a turno, con il consenso del Direttore e del Comandante o Vice Comandante di Reparto, i quali in modo fittizio, nel Mod14/A, segnano un posto di servizio inesistente, “accompagnamento detenuti” prima e successivamente, per ovviare alle nostre segnalazioni e poter continuare a perpetrare l’abuso, si sono inventati un altro posto di servizio quale “Autista Direzione”, mantenendo, invece, le stesse identiche

   condizioni di lavoro dell’Assistente Capo, presso l’Ufficio. Quale azione positiva pone in essere il Direttore della sede decentrata se permette che il personale non sia trattato equamente ma si perpetrano sacche di privilegi a danno di tutto il personale, con interesse personale, che potrebbe essere individuato di tipo clientelare.

Il Coordinatore Nazionale del SiNAPPe, preannunciando imminenti azioni di protesta, pone in evidenza il fatto che tutti i fattori di cui il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria si è posto come obiettivo risolutivo quello delle “Azioni di supporto psicologico rivolte al personale di Polizia Penitenziario” , quale -stress post traumatico lavoro correlato-gestione dell’ansia-elaborazione della conflittualità-gestione della frustrazione-gestione della rabbia-de-motivazione-logoramento-risonanza emotiva-disagio lavorativo legato alla peculiarità di una istituzione ontologicamente totale e totalizzante per l’utenza-difficoltà comunicative e distorsioni comunicative e malessere organizzativo, siano determinate dal comportamento dei Dirigenti Locali e del loro modo di agire.

I due esempi sul controllo del personale e sull’impiego del personale, sono una millesima parte delle condizioni di disagio che creano quotidianamente alcuni Dirigenti, pertanto, continua DI PRIMA, meglio avrebbe fatto la Ministra prima e l’Amministrazione Penitenziaria poi a formulare azione propedeutica tese alla gestione del personale attraverso i gestori del personale e, poi, l’azione di supporto a completamento dell’azione di gestione.

Caltanissetta, afferma ancora DI PRIMA, è il pessimo esempio dell’Amministrazione Penitenziaria per il quale non staremo a guardare ma inizieremo azioni di protesta fino a quando il DAP non assumerà decisioni radicali di cambiamento.

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