TEATRI DI PIETRA 2022
Lunedì 21 agosto – Passato, Presente, Pasolini
al Parco Archeologico Palmintelli di Caltanissetta.
Mercoledì 24 agosto – LA LUPA Rosso Terra
al Parco Archeologico Lililibeo a Marsala (Tp).
Giovedì 25 agosto – LA LUPA Rosso Terra
nell’Area archeologica Antiquarium di Himera a Termini Imerese – Pa
Giovedì 25 agosto – Novecento
Castello Beccadelli Bologna di Marineo – Pa
Sabato 27 agosto – PerSèfone
nell’Area archeologica Antiquarium di Solunto a Santa Flavia – Pa
Questa settimana, per i Teatri di Pietra, gli spettacoli di chiusura di Caltanissetta e Marsala e tre appuntamenti nella provincia di Palermo: oggi, lunedì 21 agosto, in scena Passato, Presente, Pasolini, ultimo appuntamento al Parco Archeologico Palmintelli di Caltanissetta. Mercoledì 24 gli spettacoli al Parco Archeologico Lililibeo a Marsala (Tp) chiudono con LA LUPA Rosso Terra che replicherà giovedì 25 nell’Area archeologica Antiquarium di Himera a Termini Imerese, Pa. Sempregiovedì 25 sarà la volta di Novecento al Castello Beccadelli Bologna di Marineo – Pa. Sabato 27 agosto in scena PerSèfone nell’Area archeologica Antiquarium di Solunto a Santa Flavia – Pa. Tutti gli spettacoli avranno inizio alle 21.00, biglietto 12,00 euro.
PPP Presente, Passato, Pasolini
Mda – Mimo Danza Alternativa
dal Carteggio e Pilade di P.P.Pasolini
regia e coreografia Aurelio Gatti
musica Marcello Fiorini costumi Marina Sciarelli Genovese
con Valeria Busdraghi, Lucia Cinquegrana, Elisa Carta Carosi, Arianna Di Palma, Matteo Gentiluomo, Polina Lukanska, Paola Saribas e Gipeto, Chiara Meschini, Sebastiano Tringali
Un progetto di danza, teatro e musica che affronta l’urgenza(e la necessità)di un profondo cambiamento, sociale, culturale, economico, attraverso la visione complessa e poliedrica di Pasolini, poeta e intellettuale multiforme, eclettico, estremamente libero, che ha vissuto immerso nelle contraddizioni del suo presente riuscendo con la stessa lucidità a leggere i segni di scenari futuri e a non distogliere mai l’attenzione dal passato: “L’unica cosa che può contestare globalmente la realtà attuale è il passato. Per fare vacillare il presente basta metterlo a diretto confronto con il passato”. Guardiamo a Pasolini come fosse un tragico greco, sostanzialmente impolitico perché ossessionato, fino alla morte, dall’urgenza delle passioni ancestrali, dai tumulti del cuore, dalle dinamiche esistenziali. Ci riferiamo a un intellettuale critico della modernità perché costante omologazione, attraversato da “fascismi” come abbrutimento e passivazione della ‘massa’, come culto della violenza senza scopo, come conformismo gregario da caserma. Ci si ispira a uno scrittore capace di denunciare un presente che riduce la vita a finzione e predilige le ipocrisie, mostrandone la lacerazione di essere ‘con se stessi e contro se stessi’. E forse proprio questa attenzione al “sociale dentro e fuori l’uomo” e alla sua contraddizione irrisolvibile, alla ricerca di una comunicazione non linguistica, pre-linguistica, là dove il dionisiaco insidia la certezza luminosa di Apollo, esprime la contraddizione tragica del contemporaneo che rende Pasolini attualissimo. Contraddizione come una permanente e irresolubile coesistenza degli opposti, perché “senza contraddizione/conflitto non c’è ‘vita”. Tutto questo per noi è materia di teatro e sostanza del progetto. Pasolini, in un tempo molto diverso ma molto preparatorio del nostro, ha sfidato il nulla, ha colto quella riduzione dell’io a soggetto funzionale alla produzione e al consumo, ha espresso la solitudine dell’uomo lasciato solo di fronte a un potere che non sa che farsene del volto umano per la sua programmazione del mondo. È sorprendente scoprire la consistenza e attualità di Pasolini, scoprire quella sua profezia sulla società moderna e contemporanea, le cui conseguenze oggi stiamo vivendo. Foss’anche, solo, per andare in fondo a quelle stesse domande ed esigenze poste e mai affrontate. Ed è allora che al coro di Pilade “E’ lui la diversità fatta carne, venuta a fondare nella città una matrice di tradimenti e di nuove realtà? A mettere in dubbio l’ordine, ormai santo, in cui viviamo nel segno della più pura divinità? Risponde il Vecchio: Oh, un Diverso, certo. […]La Diversità, appunto. Malavera Diversità Quella che noi non comprendiamo, come una natura non comprende un’altra natura. Una diversità che dà scandalo.
Quasi a richiamare “…l’eroica vocazione a non arrendersi mai…”. “La più grande attrazione di ognuno di noi è verso il Passato perché è l’unica cosa che conosciamo e amiamo veramente”. Passato e presente convivono in uno sperimentalismo in cui forme, linguaggi e generi suggeriscono la messa in scena come una strategia espressiva per analizzare e riflettere sulla realtà del nostro tempo. Da Pilade, Affabulazioni, La Rabbia e la Divina Mimesis.
La Lupa – Rosso Terra
Mda Produzioni Danza -Estreusa
LA LUPA- Rosso Terra
da Giovanni Verga
coreografia Carlotta Bruni
musica Marco Schiavoni
con Lucia Cinquegrana, Polina Lukanska, Matteo Gentiluomo
PerSèfone
regia Laura Tornambene
coreografie Simona Miraglia
con Simona Miraglia e Elisa Di Dio
Novecento
di Alessandro Baricco
regia di Sergio Vespertino
musiche dal vivo Pierpaolo Petta
con Sergio Vespertino
La singolare storia di Danny Boodman T.D. Lemon Novecento. Ancora neonato, viene abbandonato nel transatlantico Virginian e viene trovato per caso da Danny Boodman, un marinaio di colore che gli farà da padre fino all’età di otto anni, quando morirà in seguito a una ferita riportata durante una burrasca. Il bambino scompare misteriosamente nei giorni successivi alla morte del padre e quando ricompare, incomincia a suonare il pianoforte. Egli incontra il narratore, anche lui musicista, all’età di ventisette anni, quando viene assunto come trombettista nel Virginian. Questo è l’inizio di una sincera e duratura amicizia, la quale non finirà nemmeno con l’abbandono della nave da parte del narratore. Danny Boodman T.D. Lemon Novecento viene descritto dal narratore come un uomo con grandi capacità di apprendimento, che vive attraverso i desideri e le passioni altrui, che si realizza con la musica, che vive sospeso tra il suo pianoforte e il mare. Dalla musica, ma più specificamente dal pianoforte, non troverà mai la forza di svezzarsi, non riuscirà mai a superare la paura di amare e di crearsi delle radici, sopraffatto dalla paura di non riuscire a vedere neanche lontanamente una fine nel mondo al di fuori del piroscafo; perciò dedica la sua esistenza alla musica allo scopo di sgravare i cuori dei passeggeri dalla paura dell’immensità dell’oceano. Piuttosto che raggiungere un compromesso con la vita, preferisce incantare i propri sogni, le speranze, e lasciarsi esplodere col transatlantico che per tutta la vita ha conosciuto i suoi timori e custodito i suoi desideri.
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Prenotazione su wahtsapp – 3519072781