Italia Nostra: Ancora una nefasta stagione degli incendi in Sicilia, cosa dobbiamo aspettare, il disastro?
Prof. Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra Sicilia:
Riecco, inesorabili quanto prevedibili, gli incendi nell’Isola. In questa estate calda e inquieta del 2022. Che dire? Nei mesi scorsi, avevamo sollecitato il governo Musumeci a destarsi rapidamente dal “sonno della ragione”, prima che si potessero ripetere gli errori, gli sprechi e le omissioni, gravi, degli scorsi anni. Italia Nostra, che fa parte del Coordinamento “SalviAmo i Boschi Sicilia”, ha scritto da tempo al presidente della Regione Siciliana, presentando molteplici analisi e proposte per una efficace ed efficiente gestione dei boschi e del patrimonio vegetale regionale. Stiamo altresì collaborando all’interno di una “Consulta Regionale per l’Ambiente”, una più ampia aggregazione di associazioni, impegnata, tra diversi obiettivi, a combattere il fenomeno degli incendi, perché di certo non possiamo accettare che si ripeta il disastro ambientale e paesaggistico del 2021, con circa 80.000 ettari di territorio bruciati. E abbiamo persino attivato un servizio di vigilanza e tutela ambientale, nel Palermitano.
In Sicilia sono attualmente al lavoro poche migliaia di operai, del tutto insufficienti. L’attività di prevenzione (viali tagliafuoco, rimozione della legna e dell’erba secca dalle stradine e dai bordi dei boschi, ecc.) potrebbe ridurre i danni in maniera significativa se si realizzasse da marzo a metà giugno. Invece, ogni anno, l’attività di prevenzione inizia a luglio, quando ormai, di fatto, serve a ben poco. E non possiamo più ascoltare le ineffabili dichiarazioni del presidente Musumeci che, invece di riconoscere la propria inefficienza, scarica la responsabilità sui Comuni.
Di certo, il giorno in cui avranno, nell’organico della Regione Siciliana, un laureato in Scienze forestali e saranno consapevoli della necessità di “Piani di gestione” si potrà iniziare a parlare di lotta agli incendi.
Segnaliamo, infine, che raramente si individuano i criminali che appiccano gli incendi, e ciò è dovuto anche al gravissimo depotenziamento del Corpo Forestale Siciliano, che aveva circa 1.200 agenti e, adesso, ne ha appena 300, con il conseguente abbandono o svuotamento di molti “distaccamenti”.